Nel mondo romano-cattolico la lettura della Bibbia ha sempre costituito \u2013 per colpa delle gerarchie ecclesiastiche \u2013 qualcosa di estraneo alla cultura religiosa dei fedeli. Se parlassimo dell\u2019argomento di fronte a un pubblico ci sarebbe da dire: \u201cchi abbia letto tutta la Bibbia o almeno una buona parte di essa, Antico Testamento incluso, alzi la mano\u201d. Niente di strano se non se ne alzasse nessuna.<\/p>\n
Il misterioso e impenetrabile volere di Dio scelse come locum<\/em> della Sua Rivelazione un popolo \u201cdi dura cervice\u201d e privo delle fertili caratteristiche per cui i popoli passano alla Storia. Tutto sommato oltre alla redazione di quel che per un Cristiano \u00e8 l\u2019Antico Testamento, ed oltre alla letteratura religiosa che ne ha tratto le mosse, il contributo alla cultura dell\u2019umanit\u00e0 da parte del popolo detto di Israele sarebbe nullo.<\/p>\n A differenza del Sacro Corano, la Bibbia ebraica non fu dettata n\u00e9 da angeli n\u00e9 da Dio, ma \u00e8 opera umana attraverso cui per i Cristiani si sono manifestati elementi di ispirazione divina, cio\u00e8 preannnunci della discesa del L\u00f3gos<\/em>: il Cristo. Quindi non si tratta di \u201cparola del Signore\u201d. Poich\u00e9 la successiva esegesi cristiana vi ha individuato tutta una serie di elementi preparatori della Rivelazione neotestamentaria, abbiamo che tra le righe di una narrrazione umana venne introdotta una comunicazione divina. Diciamo che solo in questo sta per noi Cristiani il valore della Bibbia ebraica e la ragione del suo inserimento nella Bibbia cristiana: da sola la Bibbia ebraica sarebbe un resoconto storico di alcune imprese di Israele non necessariamente suscettibile di interessare i goym<\/em>, come dispregiativamente nell\u2019Ebraismo sono definiti i non Ebrei.<\/p>\n La giudaica pienezza di s\u00e9 non ha censurato la atrocit\u00e0 compiute durante la conquista della c.d. terra promesssa (ovviamente in nome di Dio o addirittura da Lui comandate). Fu una conquista risoltasi in massacri, definibili genocidi, ai danni delle popolazioni che l\u2019abitavano. Chi scrive conobbe in giovent\u00f9 persone diventate antigiudaiche, ancor prima della formazione dello Stato di Israele, grazie alla lettura delle antiche imprese del \u201cpopolo eletto\u201d in Palestina. Ma torniamo a noi.<\/p>\n Ai primordi del Cristianesimo si incontra il vescovo eretico Marcione (85-160) che, effettuando una lettura assolutamente estremista delle Epistole di Paolo di Tarso, opt\u00f2 tra le altre cosa per l\u2019eliminazione dell\u2019Antico Testamento dalle Scritture cristiane. L\u2019esegesi di Marcione si basava sul dato formale dell\u2019abisso fra il Dio di Israele e il Dio-Padre predicato da Cristo.<\/p>\n Il pi\u00f9 delle volte il Dio veterotestamentario appare cupo, collerico, autoritario al massimo, sanguinario, fonte di dolore per gli umani ecc. ecc.; degno di appartenere ai predicatori \u201cfai-da-te\u201d del radicalismo islamico. Come rilevato nel nostro recente articolo La \u201cdivinizzazione\u201d del Cristo nel quadro del \u201cmonoteismo\u201d giudaico,<\/em> pubblicato su\u00a0Studi Interculturali<\/em> (n. 27 del 2023), l\u2019esegesi biblica pi\u00f9 moderna ha ripreso un dato gi\u00e0 ben compreso da Giovanni Calvino (1509-1564): il Dio presente nell\u2019Antico Testamento non \u00e8 il Padre della Trinit\u00e0 cristiana, ma il L\u00f3gos<\/em>, la seconda persona della Trinit\u00e0. Peraltro, questo soggetto \u2013 individuabile \u201cfra le righe\u201d \u2013 \u00e8 distinto e soverchiato dal \u201ccome\u201d viene presentato nell\u2019Antico Testamento: cio\u00e8 a dire, il L\u00f3gos<\/em> \u00e8 mistificato dal modo ebraico di concepire il divino.<\/p>\n Parlare di un \u201cDio diverso\u201d non \u00e8 esagerazione. Lo \u00e8 invece la piaggeria diplomatica con cui Giovanni Paolo II (1920-2005) defin\u00ec gli Ebrei \u201cfratelli maggiori nella fede\u201d. Orbene, se le caratteristiche del Dio veterotestamentario e quelle di Dio-Padre del Nuovo Testamento danno l\u2019immagine di due divinit\u00e0 agli antipodi, manca proprio l\u2019identit\u00e0 di fede assunta a base dell\u2019asserita fratellanza. Per cui anche il termine giudaico-cristiano \u2013 di cui si fa uso e abuso \u2013 pu\u00f2 causare qualche problema.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Pier Francesco Zarcone: Dio veterotestamentario e Dio cristiano Nel mondo romano-cattolico la lettura della Bibbia ha sempre costituito \u2013 per colpa delle gerarchie ecclesiastiche \u2013 qualcosa di estraneo alla cultura religiosa dei fedeli. Se parlassimo dell\u2019argomento di fronte a un pubblico ci sarebbe da dire: \u201cchi abbia letto tutta la Bibbia o almeno una buona parte di essa, Antico Testamento incluso, alzi la mano\u201d. Niente di strano se non se ne alzasse nessuna. Il misterioso e impenetrabile volere di Dio scelse come locum della Sua Rivelazione un popolo \u201cdi dura cervice\u201d e privo delle fertili caratteristiche per cui i popoli passano alla Storia. Tutto sommato oltre alla redazione di quel che per un Cristiano \u00e8 l\u2019Antico Testamento, ed oltre alla letteratura religiosa che ne ha tratto le mosse, il contributo alla cultura dell\u2019umanit\u00e0 da parte del popolo detto di Israele sarebbe nullo. A differenza del Sacro Corano, la Bibbia ebraica non fu dettata n\u00e9 da angeli n\u00e9 da Dio, ma \u00e8 opera umana attraverso cui per i Cristiani si sono manifestati elementi di ispirazione divina, cio\u00e8 preannnunci della discesa del L\u00f3gos: il Cristo. Quindi non si tratta di \u201cparola del Signore\u201d. Poich\u00e9 la successiva esegesi cristiana vi ha individuato tutta una serie di elementi preparatori della Rivelazione neotestamentaria, abbiamo che tra le righe di una narrrazione umana venne introdotta una comunicazione divina. Diciamo che solo in questo sta per noi Cristiani il valore della Bibbia ebraica e la ragione del suo inserimento nella Bibbia cristiana: da sola la Bibbia ebraica sarebbe un resoconto storico di alcune imprese di Israele non necessariamente suscettibile di interessare i goym, come dispregiativamente nell\u2019Ebraismo sono definiti i non Ebrei. La giudaica pienezza di s\u00e9 non ha censurato la atrocit\u00e0 compiute durante la conquista della c.d. terra promesssa (ovviamente in nome di Dio o addirittura da Lui comandate). Fu una conquista risoltasi in massacri, definibili genocidi, ai danni delle popolazioni che l\u2019abitavano. Chi scrive conobbe in giovent\u00f9 persone diventate antigiudaiche, ancor prima della formazione dello Stato di Israele, grazie alla lettura delle antiche imprese del \u201cpopolo eletto\u201d in Palestina. Ma torniamo a noi. Ai primordi del Cristianesimo si incontra il vescovo eretico Marcione (85-160) che, effettuando una lettura assolutamente estremista delle Epistole di Paolo di Tarso, opt\u00f2 tra le altre cosa per l\u2019eliminazione dell\u2019Antico Testamento dalle Scritture cristiane. L\u2019esegesi di Marcione si basava sul dato formale dell\u2019abisso fra il Dio di Israele e il Dio-Padre predicato da Cristo. Il pi\u00f9 delle volte il Dio veterotestamentario appare cupo, collerico, autoritario al massimo, sanguinario, fonte di dolore per gli umani ecc. ecc.; degno di appartenere ai predicatori \u201cfai-da-te\u201d del radicalismo islamico. Come rilevato nel nostro recente articolo La \u201cdivinizzazione\u201d del Cristo nel quadro del \u201cmonoteismo\u201d giudaico, pubblicato su\u00a0Studi Interculturali (n. 27 del 2023), l\u2019esegesi biblica pi\u00f9 moderna ha ripreso un dato gi\u00e0 ben compreso da Giovanni Calvino (1509-1564): il Dio presente nell\u2019Antico Testamento non \u00e8 il Padre della Trinit\u00e0 cristiana, ma il L\u00f3gos, la seconda persona della Trinit\u00e0. Peraltro, questo soggetto \u2013 individuabile \u201cfra le righe\u201d \u2013 \u00e8 distinto e soverchiato dal \u201ccome\u201d viene presentato nell\u2019Antico Testamento: cio\u00e8 a dire, il L\u00f3gos \u00e8 mistificato dal modo ebraico di concepire il divino. Parlare di un \u201cDio diverso\u201d non \u00e8 esagerazione. Lo \u00e8 invece la piaggeria diplomatica con cui Giovanni Paolo II (1920-2005) defin\u00ec gli Ebrei \u201cfratelli maggiori nella fede\u201d. Orbene, se le caratteristiche del Dio veterotestamentario e quelle di Dio-Padre del Nuovo Testamento danno l\u2019immagine di due divinit\u00e0 agli antipodi, manca proprio l\u2019identit\u00e0 di fede assunta a base dell\u2019asserita fratellanza. 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