{"id":2105,"date":"2023-06-22T15:48:37","date_gmt":"2023-06-22T15:48:37","guid":{"rendered":"https:\/\/interculturalita.it\/?p=2105"},"modified":"2023-06-22T15:55:57","modified_gmt":"2023-06-22T15:55:57","slug":"pier-francesco-zarcone-lucraina-nazione-giovanissima-se-e-nazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/interculturalita.it\/pier-francesco-zarcone-lucraina-nazione-giovanissima-se-e-nazione\/","title":{"rendered":"Pier Francesco Zarcone: L’Ucraina: nazione “giovanissima”, se \u00e8 nazione"},"content":{"rendered":"

Pier Francesco Zarcone
\nL\u2019UCRAINA: \u201cNAZIONE\u201d GIOVANISSIMA, SE \u00c8 NAZIONE<\/strong><\/h4>\n

Tre Russie, tre popoli o uno solo?<\/strong><\/p>\n

Secondo l\u2019ideologia ufficiale russa, a prescindere dai regimi politici, esistono tre Russie: la Piccola (Malorossija<\/em>) ovvero Ucraina, la Bianca (Bielarus\u2019<\/em>) ovvero Bielorussia, la Grande Russia (Vel\u00edkaya Rossija<\/em>) ovvero la Moscova. Tre paesi e un solo popolo? Come spesso accade, la risposta dipende \u2013 contemporaneamente \u2013 dal punto di vista dell\u2019interpellato e dal momento storico in cui si trova. Poich\u00e9 tutto dipende da come uno \u201csi sente\u201d e quando, le argomentazioni a corredo della risposta variano in base a questo dato soggettivo storicamente determinato. Per chiarezza facciamo un esempio.<\/p>\n

Un indipendentista sardo o siciliano, nato a met\u00e0 del secolo scorso, fino al termine delle scuole medie avrebbe detto \u201csiamo tutti Italiani, viva l\u2019Italia\u201d, essendo \u201cnutrito\u201d dell\u2019insegnamento dell\u2019epoca ancora fascistoide e ridicolmente patriottardo. Studiando meglio la storia d\u2019Italia, invece, oggi direbbe che i \u201ccontinentali\u201d in linea di massima sono altra cosa, per non dire \u201cstranieri assoluti\u201d, ma anche loro sono colonia: Sardegna e Sicilia colonie dell\u2019Italia (poteva andar peggio ma anche meglio), e l\u2019Italia lo \u00e8 dell\u2019Unione Europea la quale a sua volta lo \u00e8 degli USA. Direbbe pure che i dialetti d\u2019Italia non esistono ma sono lingue a s\u00e9 stanti, declassate dal sanguinario invasore \u201cbuzzurro\u201d perch\u00e9 aveva voluto fare l\u2019Italia prima degli Italiani (peraltro inesistenti, perch\u00e9 gli Italici si erano gi\u00e0 formati in modo differenziato nel corso di secoli) e linguisticamente bisognava \u201cmetterci una pezza\u201d per giustificare l\u2019imposizione di una lingua \u201cunificante\u201d basata sulla parlata dei Fiorentini. Quindi si imponeva un\u2019acconcia mistificazione linguistica. E se poi ci sono tanti Italici che ancora si sentono Italiani, alla fine sono fatti loro!<\/p>\n

In uno Stato la cui popolazione non \u00e8 propriamente omogenea \u2013 storicamente, linguisticamente e culturalmente \u2013 finch\u00e9 prevale il sentimento unionista non ci sono soverchi problemi, ma quando esso perde di forza allora si hanno i casi della Jugoslavia e della Cecoslovacchia; la differenza dei rispettivi esiti sta nelle specificit\u00e0 storiche e culturali dei rispettivi paesi. Riguardo all\u2019Ucraina l\u2019attuale pensiero dominante (o addirittura monopolista) impone che si ometta trattarsi di un paese fortemente diviso da fratture religiose, linguistiche e politiche. Purtroppo la realt\u00e0 ucraina \u00e8 proprio questa. Non dirlo significa abdicare alla propria dignit\u00e0 di essere umano pensante ed entrare nella vasta schiera dei servi volontari, di cui parl\u00f2 nel sec. XVI \u00c9tienne de la Bo\u00e9tie (1530-1563)[1]<\/a>.<\/p>\n

L\u2019attuale Stato ucraino non \u00e8 riuscito a rispettare il pluralismo interno e tutto sommato nemmeno ci ha provato: le richieste di assetto federale con autonomia delle regioni russofone non sono state accolte, come pure l\u2019adozione di due lingue ufficiali (ucraino e russo) fino all\u2019arrogante divieto di usare il russo nelle questioni amministrative e commerciali anche nelle regioni a maggioranza etnica o linguistica russa. Per conseguenza le sue diversit\u00e0 non vengono utilizzate dall\u2019attuale regime come occasione di arricchimento, bens\u00ec di chiusura. A quel punto, la diversit\u00e0 etnica diventa problematica se talune forze politiche riescono ad avvalersene per operazioni divisorie nel corpo sociale, e nel caso ucraino taluni paesi occidentali hanno fatto questo \u201cgioco\u201d, favorendo i nazionalismi fino allo scontro sanguinoso.<\/p>\n

Non \u00e8 altres\u00ec secondario che i processi unificanti richiedano governi ed amministrazioni diversi dalle sentine di corruzione, realt\u00e0 quest\u2019ultima di cui governi ed amministrazione dell\u2019Ucraina sono non fulgidi esempi.<\/p>\n

L\u2019attuale conflitto ha consentito al governo ucraino di \u201cunificare\u201d forzatamente e formalmente il paese ma senza unirlo, anzi dividendolo sostanzialmente ancor di pi\u00f9: ben 11 partiti politici presenti in Parlamento sono stati banditi in quanto assertivamente filorussi; 5 deputati regolarmente eletti hanno perso la cittadinanza sempre per asserite attivit\u00e0 filorusse; numerosi media<\/em> indipendenti sono stati chiusi con le medesime accuse; i libri russi sono stati tolti dalle biblioteche e mandati al macero, la musica russa scritta dopo il 1991 non pu\u00f2 pi\u00f9 essere trasmessa alla radio ed alla tv.<\/p>\n

Tutto questo furore dittatoriale \u2013 che spesso sfonda le barriere della ridicolaggine \u2013 sortisce un effetto contrario per osservatori o non venduti alla propaganda dominante dalle nostre parti oppure da essa non rimbecilliti: cio\u00e8 finisce col rivelare la portata non indifferente delle simpatie filo-russe in vari settori della societ\u00e0 ucraina; come pure la russofobia di altri settori.<\/p>\n

Inoltre, con la creazione autoritativa di una propria Chiesa ortodossa nazionale e la sua imposizione, anche la libert\u00e0 religiosa \u00e8 andata a farsi benedire perch\u00e9 gli Ortodossi ucraini sono ora liberi di praticare il loro culto solo nelle chiese dell\u2019entit\u00e0 scismatica approvata dal governo. Ed \u00e8 significativo che la nuova versione ucro-nazi-governativa di Chiesa ortodossa si sia affrettata a sostituire la data tradizionale del Natale ortodosso (7 gennaio del calendario gregoriano) con quella in uso in Occidente.<\/p>\n

In definitiva, se ad una parte della popolazione si proibiscono l\u2019uso della lingua madre e la frequenza nella Chiesa di proprio gradimento, ci\u00f2 significa che questa parte di popolo viene resa straniera nel paese dove \u00e8 nata. Si tratta di un \u201cinteressante e creativo\u201d modo di rafforzare la nazione ucraina?<\/p>\n

Ergo<\/em>, la situazione attuale \u00e8 che molti Russi etnici e molti russofoni non si identificano affatto col nazionalismo ucraino, e del resto non l\u2019hanno mai fatto; in pi\u00f9 sono visti come nemici, i loro partiti politici messi fuori legge, i loro media<\/em> e le loro chiese sono stati chiusi. Ma \u201cnaturalmente\u201d l\u2019Ucraina combatte per i valori occidentali contro i cattivissimi Russi! Se questo \u00e8 vero, e se l\u2019Ucraina \u00e8 una nazione, forse sarebbe il caso di metter mano a dizionari e ideari politici per le adeguate correzioni, altrimenti le stesse parole finiscono per dire cose opposte. Oppure \u00e8 proprio quello che si vuole.<\/p>\n

Anteriormente al 1991 un\u2019Ucraina indipendente non \u00e8 mai esistita, ed in pi\u00f9 alla base della sua disunione va posta la parte occidentale (Galizia), a lungo inserita nell\u2019Impero Austro-Ungarico, la pi\u00f9 rivolta verso l\u2019Europa e dove abbondano i greco-cattolici detti Uniati (travestiti da Ortodossi); la sua parte centrale fu storicamente dominata da varie nazioni e forse si tratta della zona pi\u00f9 \u201cucraina\u201d, ed il Sud-Est \u00e8 a stragrande maggioranza di etnia russa o russofona, per la quale la patria non \u00e8 certo l\u2019Ucraina ma la Russia.<\/p>\n

Lo scrittore Nicolai Lilin (n. 1980) di recente osserv\u00f2 argutamente che in Ucraina \u2013 per quanto non si tratti di un paese a liberal-democrazia compiuta \u2013 non c\u2019\u00e8 mai stato un Presidente o un leader politico paragonabile a quel che \u00e8 Vladimir Vladimirovi\u010d Putin (n. 1952) per la Russia. L\u2019Ucraina infatti \u00e8 un paese ancora dominato da grandi oligarchie, ossia ricche famiglie che riescono a controllare esercito, servizi segreti ed il governo stesso. E ironicamente aggiunse che in Russia gli oligarchi non esistono pi\u00f9 da tempo, o perch\u00e9 fatti fuori da Putin (in effetti la cronaca \u00e8 ricca di notizie su \u201cmisteriosi\u201d incidenti, spesso domestici, che ne hanno di molto ridotto il numero) o perch\u00e9 riusciti a fuggire all\u2019estero. Sono rimasti gli ex oligarchi, persone ricche ma senza pi\u00f9 le mani in politica (altrimenti rischiano che qualcuno gliele mozzi). Il potere \u00e8 di Putin che controlla esercito, servizi, struttura politica e cos\u00ec via.<\/p>\n

Una lingua a parte rispetto al russo<\/strong><\/p>\n

E torniamo ora alle steppe dell\u2019Europa Orientale, cominciando con un aspetto da molti considerato importante per definire una nazione: la lingua. Che sia importante in assoluto non \u00e8 detto, a meno di negare l\u2019esistenza di una nazione svizzera sol perch\u00e9 vi esistano Cantoni con lingue diverse. Da notare, per contro, che prima del dissolvimento della Jugoslavia il serbo-croato era inteso come lingua unica, eppure ci si \u00e8 massacrati (spesso allegramente) pur parlando la stessa lingua con leggerissime differenze.<\/p>\n

Nel caso ucraino \u00e8 pacifico che esso ed il russo provengano dall\u2019antico slavo orientale; si tratta di lingue dotate di notevole affinit\u00e0 ma nel complesso diverse fra di loro, cosicch\u00e9 \u00e8 tecnicamente sbagliato considerare l\u2019ucraino una variante dialettale del russo. Tutto sommato esiste una parentela che ricorda quella fra castigliano e portoghese: due lingue diverse, simili per certi aspetti ma assai differenti per altri.<\/p>\n

Poich\u00e9 i territori oggi sono denominati Ucraina erano suddivisi fra l\u2019Impero Austro-Ungarico, la Germania e la Russia \u2013 e si ricordi il precedente dominio della Confederazione Polacco-Lituana (secc. XVI-XVIII) \u2013 fu inevitabile che l\u2019ucraino assumesse prestiti da polacco, ungherese, tedesco ed anche rumeno. Sembra che gli Ucraini possano capire facilmente il russo, ma i Russi abbiano difficolt\u00e0 a capire l\u2019ucraino. Niente di strano se riprendiamo l\u2019esempio di castigliano e portoghese: infatti per i Portoghesi capire gli Spagnoli \u00e8 molto pi\u00f9 agevole che per gli Spagnoli capire i Portoghesi, soprattutto se questi ultimi parlano \u201cstretto\u201d e veloce (i Brasiliani hanno la stessa difficolt\u00e0).<\/p>\n

In comune tra russo e ucraino c\u2019\u00e8 l\u2019alfabeto cirillico di 33 lettere, ma con alcune differenze: il russo ha lettere che invece non sono in uso nell\u2019ucraino che le sostituisce con lettere proprie (l\u2019alfabeto ucraino ha 22 consonanti, mentre l’alfabeto russo ne ha 21); la pronuncia di alcune lettere \u00e8 leggermente diversa; vi sono parole uguali ma dal significato differente; i nomi dei mesi in russo hanno similitudini con quelli di altre lingue europee occidentali mentre l\u2019ucraino ha mantenuto gli antichi nomi slavi; grammaticalmente la costruzione grammaticale ucraina \u00e8 pi\u00f9 vicina alle lingue europee, mentre la lingua russa ha forme proprie; l\u2019ucraino ha come tempo verbale il piuccheperfetto che il russo non possiede, avendo solo tre forme temporali: presente, passato e futuro; in ucraino, ci sono 3 forme di futuro (2 imperfettive e 1 perfettiva), mentre in russo ce ne sono solo due (imperfettiva e perfettiva); nella declinazione il russo ha sei casi (nominativo, accusativo, preposizionale, genitivo, dativo e strumentale), mentre l’ucraino ne ha sette, i sei del russo pi\u00f9 il vocativo; l\u2019ucraino usa sempre la forma coniugata del verbo \u201cessere\u201d mentre in russo al tempo presente viene omessa.<\/p>\n

Il cirillico ucraino si legge cos\u00ec come si scrive, ma quello russo no. Il suono della lingua russa \u00e8 pi\u00f9 rigido rispetto all\u2019ucraino, la cui pronuncia e pi\u00f9 morbida anche per il maggior numero di consonanti \u201cmorbide\u201d rispetto al russo. Lessicalmente l\u2019ucraino \u00e8 pi\u00f9 vicino al polacco, per vocabolario e costruzione delle frasi.<\/p>\n

Gi\u00e0 nel 1917 la lingua russa e quella ucraina avevano raggiunto l\u2019assetto attuale. Il russo, idioma ufficiale dell\u2019Unione Sovietica, lo fu anche nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Inizialmente si era favorita la c.d. \u201cucrainizzazione\u201d linguistica, ma dagli anni \u201930 in poi l\u2019orientamento mut\u00f2: nelle scuole venne introdotto il russo; i giornali e le pubblicazioni in ucraino vennero aboliti; parte degli intellettuali ucrainofoni subirono persecuzioni politiche. Negli anni \u201980 la politica linguistica sovietica fu \u201cammorbidita\u201d e, ovviamente, dopo l\u2019indipendenza nel 1991, lo stato di salute dell\u2019ucraino miglior\u00f2.<\/p>\n

Ovviamente la favola dei tre popoli che sono uno ha basi solo ideologiche e politiche, da sottoporre a verifica in base ai comportamenti umani ed al modo di considerarli, cio\u00e8 se conformi o no col presupposto di base: nel secondo caso, se ci sono conflitti, questi rientrano nella categoria delle guerre civili; altrimenti no.<\/p>\n

Due popoli apparentemente affini e stanziati nella stessa area geografica possono anche cordialmente detestarsi. Anche qui vale l\u2019esempio Portoghesi\/Spagnoli.<\/p>\n

Tra i Russi ancora ci sono molti che, altres\u00ec a prescindere dalla propaganda governativa, ritengono gli Ucraini appartengano al loro stesso popolo. Lo attesta con astio, per esempio, un post<\/em> a firma Andrey Rudenko, dal titolo Da qualche parte a Zaporozhye<\/em>, pubblicato il 9.6.2023 da https:\/\/telegram.me\/s\/sakeritalianotizie<\/a>:<\/p>\n

Onestamente, l\u2019unica cosa frustrante \u00e8 che nei carri armati tedeschi sedevano russi come noi, solo ricablati per servire l’Occidente… Ma oggi sono il nostro nemico e il nemico non pu\u00f2 essere compatito. Dopo la guerra, risolveremo tutti i problemi delle relazioni. Nel frattempo per me, personalmente, questi sono traditori!!<\/em><\/p>\n

Dall\u2019espressione geografica allo Stato<\/strong><\/p>\n

Fino ad ora si \u00e8 fatto un discorso solo introduttorio al nostro tema che \u00e8 se \u2013 al di l\u00e0 di pulsioni di gruppo pi\u00f9 o meno grandi \u2013 una nazione ucraina (di cui si assume l\u2019esistenza innanzi tutto per comodit\u00e0 preliminare) sia esistita o meno prima del sec. XIX.<\/p>\n

Quando si parla di storia dell\u2019Ucraina si deve chiarire sempre se ci si riferisce all\u2019area geografica o ad uno Stato omonimo. Non \u00e8 raro che storici ucraini \u2013 tutt\u2019altro che indipendenti \u2013 facciano spesso risalire la storia del loro paese addirittura alla fine del sec. X d.C.; un po\u2019 come nelle scuole italiane quando la storia d\u2019<\/u>Italia (non nell\u2019<\/u>Italia) partiva dall\u2019epoca preistorica. Ma questa non \u00e8 scienza storica, \u00e8 propaganda ideologica di bassa lega, peraltro smentita autorevolmente dall\u2019insospettabile Massimo d\u2019Azeglio (1798-1866) col suo famigerato \u201cl\u2019Italia \u00e8 fatta, bisogna fare gli Italiani\u201d.<\/p>\n

Finch\u00e9 nelle steppe situate fra la Moscovia ed il mondo polacco non ci fu gente che si sentisse ucraina non \u00e8 il caso di parlare di storia dell\u2019Ucraina. Certamente non si sentiva ucraino Vladimir I Svjatoslavi\u010d, il Grande (956-1015), principe di Kiev, che alla fine del sec. X unific\u00f2 le locali trib\u00f9 slave pagane portandole sotto il Cristianesimo ortodosso. E nemmeno Bohdan Chmel\u2019nyc\u2019kyj (1596-1657), il capo cosacco che a met\u00e0 del XVII secolo organizz\u00f2 la rivolta dei Cosacchi contro il dominio polacco e firm\u00f2 un accordo con lo Zar russo per portare i territori da lui controllati sotto la giurisdizione della Russia. Ma nemmeno un altro famoso ataman<\/em> cosacco, Ivan Stepanovi\u010d Mazeppa (1639-1709), che all\u2019inizio del sec. XVIII si ribell\u00f2 allo Zar P\u00ebtr Aleks\u00e9evi\u010d I detto il Grande (1672-1725) e fu poi sconfitto, insieme al re Carlo XII di Svezia (1682-1718), nella battaglia di Poltava (1709). Il grande scrittore Nikolaj Vasil\u2019evi\u010d Gogol\u2019-Janovskij (1809-1852), nato in Ucraina \u00e8 una gloria della letteratura russa. E allora?<\/p>\n

Il termine \u201cUcraina\u201d apparve solo alla fine del sec. XVI secolo quando i regni di Lituania e Polonia si fusero nella Confederazione Polacco-Lituana, dominata dall\u2019aristocrazia polacca ed estesa dal Baltico al Mar Nero. Praticamente il Granducato della Lituania<\/strong> \u2013 che nella seconda met\u00e0 del sec. XIV aveva conquistato buona parte della regione fino alle coste del Mar Nero \u2013 successivamente concluse una serie di alleanze con la Polonia<\/strong> fino a confederarvisi nel 1569. Il territorio confederale includeva anche la parte pi\u00f9 occidentale dell\u2019attuale Ucraina, cio\u00e8 la Galizia, che insieme all\u2019area di Leopoli (la Lodomiria) nel 1772 sarebbe passata sotto il controllo dell\u2019Impero austriaco<\/strong> fino al termine della Grande Guerra.<\/p>\n

L\u2019Ucraina era \u201cdove c\u2019\u00e8 il territorio di confine\u201d: u krajna<\/em>. I suoi abitanti erano chiamati \u201cruteni\u201d. Quindi il nome Ucraina indicava soltanto un\u2019area periferica che riuniva popolazioni slave, e non certo un\u2019identit\u00e0 nazionale. In questa zona frontaliera, per contrastare le incursioni dei Tartari della Crimea, si costitu\u00ec nel sec. XIV una peculiare formazione sociale e militare: quella dei Cosacchi (dal turco qazaq\u2019<\/em>, uomo libero).<\/p>\n

La Confederazione Polacco-Lituana era egemonizzata religiosamente dalla Chiesa di Roma, ma nelle steppe la popolazione ortodossa abbondava, per cui a seguito di forti pressioni del clero polacco nel 1569 si form\u00f2 con l\u2019adesione di alcuni prelati ortodossi una Chiesa greco\u2011cattolica chiamata dispregiativamente \u201cuniate\u201d dagli Ortodossi: rito liturgico bizantino, ma teologia latina e riconoscimento dell\u2019autorit\u00e0 del Vaticano. Questa Chiesa di Romano-cattolici travestiti si radic\u00f2 soprattutto nell\u2019attuale Galizia (Ucraina occidentale) in gran parte austriaca dal 1772 al 1918, poi polacca fino al 1939, quindi occupata dalla Germania durante la II Guerra mondiale e poi parte dell\u2019Unione Sovietica dal 1945 al 1991.<\/p>\n

Nel sec. XVII si ebbe la rivolta cosacca di Khmelnytsky, inizialmente diretta contro i nobili e proprietari terrieri polacchi ma ben presto diventata anche guerra di religione degli Ortodossi contro i Romano-cattolici e gli Ebrei. Khmelnitsky cre\u00f2 uno Stato autonomo cosacco nella regione ucraina, ma dovette chiedere protezione allo Zar di Mosca per non essere sconfitto dagli odiati Polacchi. Il Trattato di Pereeslav (1654) sanc\u00ec il passaggio alla Russia delle terre cosacche ucraine. Queste terre vennero chiamate dai Russi \u201cPiccola Russia\u201d ed i suoi abitanti \u201cpiccoli russi\u201d. Si trattava di una porzione assai piccola dell\u2019attuale Ucraina. Nel corso del tempo, tra il 1654 e il 1017, gli Zar vi unirono i territori di Kiev, Poltava, Vinnytsya e Chernigov estendendo enormemente la regione che porta quel nome.<\/p>\n

Ma come e quando nacque il nazionalismo ucraino? In via preliminare si tenga presente che nel periodo 1918-19, in cui Michail Bulgakov (1891-1940) nella citt\u00e0 di Kiev ambient\u00f2 il suo capolavoro La guardia bianca<\/em>, nell\u2019attuale capitale dell\u2019Ucraina ancora met\u00e0 degli abitanti erano russi etnici ed a seguire, in ordine quantitativo, c\u2019erano Ebrei, ucrainofoni e Polacchi. Le campagne, invece, erano a maggioranza ucrainofone o, se si vuole, ucraine. Ne consegue che proprio in epoca sovietica sarebbe poi avvenuta l\u2019ucrainizzazione della stessa Kiev e della sua regione.<\/p>\n

Sembra ragionevole sul piano storico affermare che sia polacca e successiva al 1863 la responsabilit\u00e0 della spinta iniziale per creare un\u2019identit\u00e0 ucraina tra gli abitanti prima definiti russini. Vale a dire, fallita la seconda insurrezione indipendentista nella parte di ex Polonia governata dalla Russia, intellettuali polacchi riparati in terre austro-ungariche ritennero opportuno e possibile effettuare un\u2019azione di propaganda nazionalista nella periferia occidentale dell\u2019Impero russo.<\/p>\n

Nulla di strano: buona parte delle nazioni moderne sono frutto di riuscite \u201cinvenzioni\u201d di settori culturali e politici[2]<\/a>. L\u2019iniziativa polacca riscosse l\u2019approvazione austro-ungarica, tenuto conto dei problemi che avrebbe potuto creare al vicino rivale russo. In loco<\/em>, con le buone e\/o con le cattive cominci\u00f2 a dare frutti la seminagione ideologica negli ambienti rurali prossimi ad apparire come ucraini.<\/p>\n

E veniamo al 1917, inizio di un\u2019epoca di Rivoluzione e caos anche nella regione detta Ucraina. Come rilev\u00f2 la prof. Annie Lacroix-Riz<\/em> (n. 1947)[3]<\/a> gi\u00e0 prima della Grande Guerra la Germania si interesso all\u2019Ucraina in quanto fonte importante di carbone, ferro e di tante altre risorse minerali oltre che grande produttrice di grano e cereali vari. A differenza di quanto accadeva sul fronte occidentale, su quello orientale gli Imperi Centrali furono militarmente dominanti e nel 1918, col Trattato di Brest-Litovsk, imposero alla neobolscevica Mosca il riconoscimento dell\u2019indipendenza dell\u2019Ucraina, su cui rapidamente misero le mani.<\/p>\n

Dal 1918 al 1921 si ebbe quella che Lacroix-Riz defin\u00ec \u201cindipendenza folkloristica\u201d, trattandosi di un periodo in cui l\u2019Ucraina fu pi\u00f9 un campo di battaglia tra nemici vari che non uno Stato indipendente. Nei territori austro-ungarici di lingua ucraina fu proclamata la Repubblica Nazionale dell\u2019Ucraina Occidentale, mentre nell\u2019area appartenuta all\u2019Impero russo si scontrarono la Repubblica Popolare Ucraina con capitale Kiev e la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina con capitale Charkov. La Repubblica di Kiev fu riconosciuta dall\u2019Impero tedesco che \u2013 come dianzi detto \u2013 ne impose il riconoscimento ai Bolscevichi nel trattato di Brest-Litovsk, e dal 1918 fu un centro operativo della c.d. Armata Bianca nella guerra civile russa.<\/p>\n

Per farla breve, si succedettero varie guerre tra le diverse entit\u00e0 \u201cpropostesi\u201d alla guida dell\u2019Ucraina: Central\u2019na Rada<\/em><\/strong> della Repubblica di Kiev, etmanato<\/em> kievano di Pavlo <\/strong>Pavlo Petrovy\u010d Skoropads\u2019kyj<\/strong> (1873-1945) appoggiato, e poi \u201cmollato\u201d, dai Tedeschi, Direttorio di <\/strong>Symon Vasyl\u2019ovy\u010d Petljura (1879-1926), anarchici guidati da Nestor Ivanovi\u010d Makhno (1889-1934), \u201cBianchi\u201d di Anton Ivanovi\u010d Denikin (1872-1947), truppe della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.<\/p>\n

Il tutto termin\u00f2 con la sconfitta degli indipendentisti ucraini, l\u2019incorporazione dell\u2019Ucraina occidentale alla Polonia, e la costituzione della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nell\u2019Unione Sovietica.<\/p>\n

Quest\u2019ultimo segmento di storia pu\u00f2 essere denominato \u201cguerra sovietico-polacca\u201d. Orbene, a seguito del crollo degli Imperi Centrali e della Russia zarista era stata possibile la nascita della Repubblica di Polonia, fortemente nazionalista (ieri come oggi) e pi\u00f9 antirussa che antibolscevica. Il progetto politico del suo primo Capo di Stato, il bellicoso J\u00f3zef Klemens Pilsudski (1867-1935), puntava a creare una grande Polonia che restaurasse i fasti territoriali della Confederazione Polacco-Lituana. Conseguentemente le truppe polacche attaccarono l\u2019Armata Rossa e nel 1919 penetrarono in Bielorussia e Galizia, per poi attaccare l\u2019Ucraina nell\u2019aprile 1920, impadronendosi di Kiev nel successivo mese di maggio. Il contrattacco dell\u2019Armata Rossa respinse i Polacchi fino a Varsavia, ma n\u00e9 in Polonia ci fu una rivoluzione bolscevica n\u00e9 l\u2019Armata Rossa riusc\u00ec a conquistare quella capitale, bens\u00ec dovette ripiegare sotto la controffensiva polacca.<\/p>\n

Il risultato fu la Pace di Riga (1921) che pattu\u00ec l\u2019annessione della Galizia e della Volinia alla Polonia e del restante territorio ucraino all\u2019Ucraina Sovietica. Ma il Direttorio ucraino controllava ancora una parte di forze militari che nell\u2019ottobre effettuarono una serie di incursioni nella zona centrale del paese, salvo poi essere annientate a novembre dalla famosa Armata a cavallo bolscevica. Con questo la guerra post-rivoluzioanria in Ucraina finiva davvero.<\/p>\n

In virt\u00f9 dell\u2019azione di Lenin, Kaganovic e Stalin l\u2019Ucraina fu strutturata come Repubblica vera e propria. Le attuali regioni orientali e meridionali di lingua russa (come Odessa) furono annesse all\u2019Ucraina da Lenin nel 1922, e quelle occidentali (Galizia) lo furono ad opera di Stalin che le riprese alla Polonia in seguito agli accordi Ribbentrop-Molotov del 1939.<\/p>\n

Sicuramente col senno di poi, ma anche col \u201csenno di prima\u201d, non si pu\u00f2 certo considerare un colpo di genio di Stalin il fatto di essere riuscito ad ottenere a Yalta dagli Alleati \u2013 per avere pi\u00f9 voti all\u2019Assemblea Generale della costituenda ONU (poi istituita il 25 aprile 1945) \u2013 l\u2019ammissione<\/em> di Ucraina e Bielorussia come entit\u00e0 statuali distinte dall\u2019Unione Sovietica. Gli sbagli prima o poi si pagano; o<\/em> meglio, c\u2019\u00e8 sempre qualcuno a pagarli.<\/p>\n

Infine nel 1954 Nikita Sergeevi\u010d Chru\u0161\u010d\u00ebv (1894-1971) \u201cgenerosamente\u201d aggiunse all\u2019Ucraina la Crimea, etnicamente russa.<\/p>\n

Ai fini della creazione del nazionalismo ucraino l\u2019uniatismo cattolico, travestito da Ortodossia, oper\u00f2 come supporto ideologico per la penetrazione austro-ungarica e tedesca. Evidenziava Lacroix-Riz<\/em> che tra le due guerre mondiali l\u2019Ucraina fu terreno di cooperazione tra la Germania nazista e il Vaticano, a cui si deve l\u2019organizzazione di uno spionaggio militare attraverso i preti uniati, e ricordava che nel Concordato tra il Vaticano e il Reich (luglio 1933) uno dei suoi due articoli segreti stabiliva l\u2019alleanza nella presa dell\u2019Ucraina: occupazione e sfruttamento economico sarebbero spettati alla Germania, mentre il Vaticano avrebbe curato la \u201cricristianizzazione\u201d cattolica della regione. \u00c8 un caso che Stepan Andrijovi\u010d Bandera (1909-1959) ed alcuni dei suoi appartenessero all\u2019Uniatismo cattolico?<\/p>\n

Nel caos istituzionale che contrassegn\u00f2 la fine dell\u2019URSS l\u2019Ucraina fu coinvolta i due referendum. Il primo, in data 17 marzo 1991, riguardava l\u2019Unione Sovietica ed aveva come quesito:<\/p>\n

Considerate necessario preservare l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche come una rinnovata federazione di repubbliche uguali e sovrane in cui saranno pienamente garantiti i diritti e la libert\u00e0 dell’individuo di ogni nazionalit\u00e0?<\/em><\/p>\n

Prescindiamo dalla storia del difficile svolgimento di quella consultazione, e diciamo solo che in Ucraina i favorevoli furono ben 22.110.899, pari al 71,48%, e i contrari 8.820.089, pari al 28,52%. Quindi i nazionalisti erano una bella cifra ma niente affatto maggioritari.\/p><\/p>\n

Quando poi il 1\u00b0 dicembre dello stesso anno \u2013 a conferma di come sia aleatorio fare affidamento sugli umori popolari \u2013 si tenne il referendum sull\u2019indipendenza ucraina, voluto dagli ex gerarchi comunisti rapidamente riciclatisi come nazionalisti, alla faccia del precedente referendum di marzo sul mantenimento dell\u2019URSS il risultato si ribalt\u00f2: a favore votarono in 28.804.071 su 31.891.742 (l\u201984,18% dei residenti), cio\u00e8 il 90,32%.<\/p>\n

L\u2019ottusit\u00e0 ucraina nel trattare le popolazioni russofone del Donbass, provocandone la secessione, ha significato per il governo di Kiev la perdita di almeno il 20% del proprio PIL che veniva prodotto esattamente da quella regione. L\u2019enorme quantit\u00e0 di aiuti finanziari e militari dall\u2019Occidente al governo di Kiev non sono certo donazioni, ma prestiti che l\u2019Ucraina in teoria dovr\u00e0 restituire \u2013 o dovrebbe restituire ammesso che si riesca, tenuto conto dell\u2019alto tasso di corruzione dei suoi uomini al potere e dello spreco di armi e munizioni che ne fanno le sue forze armate.<\/p>\n

\u00c8 probabile che l\u2019Ucraina futura sar\u00e0 molto pi\u00f9 piccola dell\u2019attuale, in quanto non si pu\u00f2 escludere la perdita anche di Odessa e dell\u2019accesso al Mar Nero; la Polonia (gi\u00e0 in palpitante attesa) forse si impadronir\u00e0 delle sue regioni occidentali e l\u2019Ungheria della Transcarpazia; ergo<\/em>, solo Dio sa come riuscir\u00e0 a restituire l\u2019enorme debito, altres\u00ec atteso che i suoi governanti (e le loro gentili signore) non fanno certo economie.<\/p>\n

\u00c8 riduttivo dire che la prima vittima della guerra sia la verit\u00e0: lo \u00e8 anche l\u2019informazione, e l\u2019autodenominato \u201cmondo libero\u201d non \u00e8 un\u2019eccezione. Piccola premessa per dire che nell\u2019EU tutte le persone che contano sanno benissimo dello stato fallimentare dell\u2019Ucraina, ma non se ne parla. Probabilmente perch\u00e9 ufficialmente dal febbraio del 2022 l\u2019Ucraina \u201csta vincendo alla grande\u201d. Meno male, perch\u00e9 se stava perdendo \u2026<\/p>\n

Tutti i soldi prestati a quel paese, insieme agli aiuti militari, oltre ad essere sottratti alle pi\u00f9 elementari esigenze dei cloroformizzati popoli europei sono come gettati nella spazzatura, facendo la tara per quelli finiti direttamente nelle capaci e rapaci tasche di governanti, oligarchi ucraini e famiglie.<\/p>\n

Pare che il 60% della popolazione viva al di sotto del minimo indispensabile per la sopravvivenza, e a detta del medesimo ministro ucraino per gli Affari Sociali la povert\u00e0 tra il 2014 e il 2017 \u00e8 passata dell\u20198 al 55%. Adesso sar\u00e0 ancora peggio. La disinformazione europea non parla dei 2.500.000 circa Ucraini pi\u00f9 intelligenti, e magari con appoggi famigliari, riparati direttamente in Russia (!) dove pare che non se la passino affatto male.<\/p>\n

I beni di consumo fondamentali sono aumentati di oltre l\u201980%; il prezzo del gas dovrebbe essere aumentato di oltre il 40%. Comunque una volta tanto un politico ha mantenuto le promesse elettorali: fu Petro Oleksijovy\u010d Poro\u0161enko (n. 1965) che una volta eletto Presidente annunci\u00f2 che gli Ucraini avrebbero finalmente potuto \u201cvivere in una maniera nuova\u201d. Questo \u00e8 poco ma sicuro, quand\u2019anche non secondo i criteri di aspettativa degli interessati. A detta della rivista statunitense Forbes<\/em> il maggior numero al mondo di nuovi ricchi sta proprio in Ucraina.<\/p>\n

Gi\u00e0 prima del conflitto almeno 6 milioni di Ucraini se ne erano andati all\u2019estero in cerca di lavoro e molti di loro in Russia. Nell\u2019autunno dell\u2019anno scorso in Europa i profughi per motivi bellici erano circa 2.779.920. Se la tendenza dovesse continuare il governo di Kiev potrebbe trovarsi a corto anche di mobilitabili per il fronte; sempre che forniture di \u201ccarne da cannone\u201d non vengano da Polonia e paesi baltici, i cui governi sembrano davvero desiderosi di organizzare questi invii di risorse umane.<\/p>\n

Tiriamo le somme?<\/strong><\/p>\n

Torniamo al titolo di questo scritto: se si possa considerare \u201cnazione\u201d l\u2019Ucraina. La Russia dice di no, e ne fornisce argomentazioni essenzialmente \u201cad uso esterno\u201d, ma n\u00e9 Russi n\u00e9 Sovietici sono mai stati dei bravi propagandisti. Sotto questo profilo pu\u00f2 essere interessante esaminare la posizione di Putin per come lui stesso l\u2019ha esternata all\u2019inizio dell\u2019attuale conflitto. Il che significa fare la tara fra quanto risulti condivisibile e quanto no sul piano storico. Definirlo totalmente da rigettare \u00e8 atteggiamento da lasciare ai russofobi, o di professione o recentemente arruolati ad hoc<\/em>.<\/p>\n

Vladimir Putin, nell\u2019annuncio televisivo con cui riconobbe l\u2019indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, effettu\u00f2 una lunga disamina storica argomentando che l\u2019Ucraina non \u00e8 mai esistita come entit\u00e0 autonoma ma \u00e8 sempre stata terra russa, ed aggiungendo che l\u2019Ucraina attuale fu creata dai bolscevichi. Il corollario delle sue tesi \u00e8 che Russi ed Ucraini costituirebbero \u201cun solo popolo, un tutto unico\u201d, e i due Paesi \u201clo stesso spazio storico e spirituale\u201d.<\/p>\n

In ordine al corollario la posizione di chi scrive non collima \u2013 nel suo infinitesimamente piccolo \u2013 con quanto sostenuto dal Presidente russo per i motivi esposti all\u2019inizio di quest\u2019articolo.<\/p>\n

Sul fatto del \u201csolo popolo\u201d oggi come oggi diamo un giudizio negativo, mentre in epoca sovietica probabilmente saremmo stati d\u2019accordo. Giudichiamo infatti una \u201ctrappola teorica\u201d sostenere l\u2019unicit\u00e0 di popolo, in quanto si tratta di un fenomeno storicamente condizionato: ieri magari esisteva, poi un po\u2019 meno ed infine per nulla. La posizione di Putin implica una concezione astrattamente statica dei fenomeni sociali: si potrebbe dire di tipo nazionalistico classico, peraltro smentita dalla stessa realt\u00e0 dell\u2019attuale guerra che, pi\u00f9 passa il tempo, sempre pi\u00f9 si manifesta come conflitto fra popoli nemici.<\/p>\n

Innegabilmente ci sono stati legami storici, culturali e politici tra Russia e Ucraina, ma ad un certo punto si \u00e8 anche manifestata la spinta a che l\u2019Ucraina nel suo insieme si muovesse come entit\u00e0 separata; separatezza la cui reale entit\u00e0 \u2013 almeno quantitativa \u2013 dovrebbe essere studiata sul campo con attenzione e senza finalit\u00e0 politiche.<\/p>\n

Pi\u00f9 che di identit\u00e0 di popoli si dovrebbe parlare solo di patrimonio storico comune il quale, tuttavia, pu\u00f2 anche diventare oggetto di legittima ripulsa da parte ucraina e di una conseguente, ed altrettanto legittima, reazione indignata e ostile da parte russa.<\/p>\n

Ad ogni modo, sarebbe manifestazione di ucrainofilia considerare quel paese una nazione unita e monolitica. Le regioni meridionali ed orientali del Paese sono, e sempre furono, pi\u00f9 vicine alla Russia, non foss\u2019altro che per essere entrate a far parte dell\u2019Impero russo prima di quelle centro-occidentali. Su queste ultime rimane un punto interrogativo. Cio\u00e8 in quanti si sentano Ucraini o Polacchi; come pure nella Transcarpazia in quanti si sentano Ungheresi o Ucraini. Ma questa non sarebbe una novit\u00e0. In Europa occidentale di nazioni fasulle ci sono almeno Italia e Spagna, unite solo attorno alla Nazionale di calcio, ovvero in una sorta di \u201cfesta della Suburra\u201d.<\/p>\n

PIER FRANCESCO ZARCONE: TESTI DISPONIBILI SU AMAZON<\/a><\/p>\n

[1]<\/a> Discorso sulla servit\u00f9 volontaria<\/em>, Jaca Book, Milano 1979.<\/p>\n

[2]<\/a> Eric Hobsbawm, Nazioni e nazionalismi. Programma, mito, realt\u00e0<\/em>, Einaudi, Torino 2002; L\u2019invenzione della tradizione, <\/em>Einaudi, Torino 2002.<\/p>\n

[3]<\/a> Docente di storia contemporanea all\u2019Universit\u00e0 di Parigi VII-Denis Diderot. Nel testo ci basiamo sull\u2019intervista dal titolo C\u2019\u00e8 un contesto storico che spiega perch\u00e9 la Russia \u00e8 stata messa all\u2019angolo, <\/em>pubblicata da https:\/\/www.marxismo-oggi.it.<\/p>\n

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Pier Francesco Zarcone L\u2019UCRAINA: \u201cNAZIONE\u201d GIOVANISSIMA, SE \u00c8 NAZIONE Tre Russie, tre popoli o uno solo? Secondo l\u2019ideologia ufficiale russa, a prescindere dai regimi politici, esistono tre Russie: la Piccola (Malorossija) ovvero Ucraina, la Bianca (Bielarus\u2019) ovvero Bielorussia, la Grande Russia (Vel\u00edkaya Rossija) ovvero la Moscova. Tre paesi e un solo popolo? Come spesso accade, la risposta dipende \u2013 contemporaneamente \u2013 dal punto di vista dell\u2019interpellato e dal momento storico in cui si trova. Poich\u00e9 tutto dipende da come uno \u201csi sente\u201d e quando, le argomentazioni a corredo della risposta variano in base a questo dato soggettivo storicamente determinato. Per chiarezza facciamo un esempio. Un indipendentista sardo o siciliano, nato a met\u00e0 del secolo scorso, fino al termine delle scuole medie avrebbe detto \u201csiamo tutti Italiani, viva l\u2019Italia\u201d, essendo \u201cnutrito\u201d dell\u2019insegnamento dell\u2019epoca ancora fascistoide e ridicolmente patriottardo. Studiando meglio la storia d\u2019Italia, invece, oggi direbbe che i \u201ccontinentali\u201d in linea di massima sono altra cosa, per non dire \u201cstranieri assoluti\u201d, ma anche loro sono colonia: Sardegna e Sicilia colonie dell\u2019Italia (poteva andar peggio ma anche meglio), e l\u2019Italia lo \u00e8 dell\u2019Unione Europea la quale a sua volta lo \u00e8 degli USA. Direbbe pure che i dialetti d\u2019Italia non esistono ma sono lingue a s\u00e9 stanti, declassate dal sanguinario invasore \u201cbuzzurro\u201d perch\u00e9 aveva voluto fare l\u2019Italia prima degli Italiani (peraltro inesistenti, perch\u00e9 gli Italici si erano gi\u00e0 formati in modo differenziato nel corso di secoli) e linguisticamente bisognava \u201cmetterci una pezza\u201d per giustificare l\u2019imposizione di una lingua \u201cunificante\u201d basata sulla parlata dei Fiorentini. Quindi si imponeva un\u2019acconcia mistificazione linguistica. E se poi ci sono tanti Italici che ancora si sentono Italiani, alla fine sono fatti loro! In uno Stato la cui popolazione non \u00e8 propriamente omogenea \u2013 storicamente, linguisticamente e culturalmente \u2013 finch\u00e9 prevale il sentimento unionista non ci sono soverchi problemi, ma quando esso perde di forza allora si hanno i casi della Jugoslavia e della Cecoslovacchia; la differenza dei rispettivi esiti sta nelle specificit\u00e0 storiche e culturali dei rispettivi paesi. Riguardo all\u2019Ucraina l\u2019attuale pensiero dominante (o addirittura monopolista) impone che si ometta trattarsi di un paese fortemente diviso da fratture religiose, linguistiche e politiche. Purtroppo la realt\u00e0 ucraina \u00e8 proprio questa. Non dirlo significa abdicare alla propria dignit\u00e0 di essere umano pensante ed entrare nella vasta schiera dei servi volontari, di cui parl\u00f2 nel sec. XVI \u00c9tienne de la Bo\u00e9tie (1530-1563)[1]. L\u2019attuale Stato ucraino non \u00e8 riuscito a rispettare il pluralismo interno e tutto sommato nemmeno ci ha provato: le richieste di assetto federale con autonomia delle regioni russofone non sono state accolte, come pure l\u2019adozione di due lingue ufficiali (ucraino e russo) fino all\u2019arrogante divieto di usare il russo nelle questioni amministrative e commerciali anche nelle regioni a maggioranza etnica o linguistica russa. Per conseguenza le sue diversit\u00e0 non vengono utilizzate dall\u2019attuale regime come occasione di arricchimento, bens\u00ec di chiusura. A quel punto, la diversit\u00e0 etnica diventa problematica se talune forze politiche riescono ad avvalersene per operazioni divisorie nel corpo sociale, e nel caso ucraino taluni paesi occidentali hanno fatto questo \u201cgioco\u201d, favorendo i nazionalismi fino allo scontro sanguinoso. Non \u00e8 altres\u00ec secondario che i processi unificanti richiedano governi ed amministrazioni diversi dalle sentine di corruzione, realt\u00e0 quest\u2019ultima di cui governi ed amministrazione dell\u2019Ucraina sono non fulgidi esempi. L\u2019attuale conflitto ha consentito al governo ucraino di \u201cunificare\u201d forzatamente e formalmente il paese ma senza unirlo, anzi dividendolo sostanzialmente ancor di pi\u00f9: ben 11 partiti politici presenti in Parlamento sono stati banditi in quanto assertivamente filorussi; 5 deputati regolarmente eletti hanno perso la cittadinanza sempre per asserite attivit\u00e0 filorusse; numerosi media indipendenti sono stati chiusi con le medesime accuse; i libri russi sono stati tolti dalle biblioteche e mandati al macero, la musica russa scritta dopo il 1991 non pu\u00f2 pi\u00f9 essere trasmessa alla radio ed alla tv. Tutto questo furore dittatoriale \u2013 che spesso sfonda le barriere della ridicolaggine \u2013 sortisce un effetto contrario per osservatori o non venduti alla propaganda dominante dalle nostre parti oppure da essa non rimbecilliti: cio\u00e8 finisce col rivelare la portata non indifferente delle simpatie filo-russe in vari settori della societ\u00e0 ucraina; come pure la russofobia di altri settori. Inoltre, con la creazione autoritativa di una propria Chiesa ortodossa nazionale e la sua imposizione, anche la libert\u00e0 religiosa \u00e8 andata a farsi benedire perch\u00e9 gli Ortodossi ucraini sono ora liberi di praticare il loro culto solo nelle chiese dell\u2019entit\u00e0 scismatica approvata dal governo. Ed \u00e8 significativo che la nuova versione ucro-nazi-governativa di Chiesa ortodossa si sia affrettata a sostituire la data tradizionale del Natale ortodosso (7 gennaio del calendario gregoriano) con quella in uso in Occidente. In definitiva, se ad una parte della popolazione si proibiscono l\u2019uso della lingua madre e la frequenza nella Chiesa di proprio gradimento, ci\u00f2 significa che questa parte di popolo viene resa straniera nel paese dove \u00e8 nata. Si tratta di un \u201cinteressante e creativo\u201d modo di rafforzare la nazione ucraina? Ergo, la situazione attuale \u00e8 che molti Russi etnici e molti russofoni non si identificano affatto col nazionalismo ucraino, e del resto non l\u2019hanno mai fatto; in pi\u00f9 sono visti come nemici, i loro partiti politici messi fuori legge, i loro media e le loro chiese sono stati chiusi. Ma \u201cnaturalmente\u201d l\u2019Ucraina combatte per i valori occidentali contro i cattivissimi Russi! Se questo \u00e8 vero, e se l\u2019Ucraina \u00e8 una nazione, forse sarebbe il caso di metter mano a dizionari e ideari politici per le adeguate correzioni, altrimenti le stesse parole finiscono per dire cose opposte. Oppure \u00e8 proprio quello che si vuole. Anteriormente al 1991 un\u2019Ucraina indipendente non \u00e8 mai esistita, ed in pi\u00f9 alla base della sua disunione va posta la parte occidentale (Galizia), a lungo inserita nell\u2019Impero Austro-Ungarico, la pi\u00f9 rivolta verso l\u2019Europa e dove abbondano i greco-cattolici detti Uniati (travestiti da Ortodossi); la sua parte centrale fu storicamente dominata da varie nazioni e forse si tratta della zona pi\u00f9 \u201cucraina\u201d, ed il Sud-Est \u00e8 a stragrande maggioranza di etnia russa o russofona, per la quale la patria non \u00e8 certo l\u2019Ucraina ma la Russia. Lo scrittore Nicolai Lilin (n. 1980) di recente osserv\u00f2 argutamente che in Ucraina \u2013 per quanto non si tratti di un paese a liberal-democrazia compiuta \u2013 non c\u2019\u00e8 mai stato un Presidente o un leader politico paragonabile a quel che \u00e8 Vladimir Vladimirovi\u010d Putin (n. 1952) per la Russia. L\u2019Ucraina infatti \u00e8 un paese ancora dominato da grandi oligarchie, ossia ricche famiglie che riescono a controllare esercito, servizi segreti ed il governo stesso. E ironicamente aggiunse che in Russia gli oligarchi non esistono pi\u00f9 da tempo, o perch\u00e9 fatti fuori da Putin (in effetti la cronaca \u00e8 ricca di notizie su \u201cmisteriosi\u201d incidenti, spesso domestici, che ne hanno di molto ridotto il numero) o perch\u00e9 riusciti a fuggire all\u2019estero. Sono rimasti gli ex oligarchi, persone ricche ma senza pi\u00f9 le mani in politica (altrimenti rischiano che qualcuno gliele mozzi). Il potere \u00e8 di Putin che controlla esercito, servizi, struttura politica e cos\u00ec via. Una lingua a parte rispetto al russo E torniamo ora alle steppe dell\u2019Europa Orientale, cominciando con un aspetto da molti considerato importante per definire una nazione: la lingua. Che sia importante in assoluto non \u00e8 detto, a meno di negare l\u2019esistenza di una nazione svizzera sol perch\u00e9 vi esistano Cantoni con lingue diverse. Da notare, per contro, che prima del dissolvimento della Jugoslavia il serbo-croato era inteso come lingua unica, eppure ci si \u00e8 massacrati (spesso allegramente) pur parlando la stessa lingua con leggerissime differenze. Nel caso ucraino \u00e8 pacifico che esso ed il russo provengano dall\u2019antico slavo orientale; si tratta di lingue dotate di notevole affinit\u00e0 ma nel complesso diverse fra di loro, cosicch\u00e9 \u00e8 tecnicamente sbagliato considerare l\u2019ucraino una variante dialettale del russo. Tutto sommato esiste una parentela che ricorda quella fra castigliano e portoghese: due lingue diverse, simili per certi aspetti ma assai differenti per altri. Poich\u00e9 i territori oggi sono denominati Ucraina erano suddivisi fra l\u2019Impero Austro-Ungarico, la Germania e la Russia \u2013 e si ricordi il precedente dominio della Confederazione Polacco-Lituana (secc. XVI-XVIII) \u2013 fu inevitabile che l\u2019ucraino assumesse prestiti da polacco, ungherese, tedesco ed anche rumeno. Sembra che gli Ucraini possano capire facilmente il russo, ma i Russi abbiano difficolt\u00e0 a capire l\u2019ucraino. Niente di strano se riprendiamo l\u2019esempio di castigliano e portoghese: infatti per i Portoghesi capire gli Spagnoli \u00e8 molto pi\u00f9 agevole che per gli Spagnoli capire i Portoghesi, soprattutto se questi ultimi parlano \u201cstretto\u201d e veloce (i Brasiliani hanno la stessa difficolt\u00e0). In comune tra russo e ucraino c\u2019\u00e8 l\u2019alfabeto cirillico di 33 lettere, ma con alcune differenze: il russo ha lettere che invece non sono in uso nell\u2019ucraino che le sostituisce con lettere proprie (l\u2019alfabeto ucraino ha 22 consonanti, mentre l’alfabeto russo ne ha 21); la pronuncia di alcune lettere \u00e8 leggermente diversa; vi sono parole uguali ma dal significato differente; i nomi dei mesi in russo hanno similitudini con quelli di altre lingue europee occidentali mentre l\u2019ucraino ha mantenuto gli antichi nomi slavi; grammaticalmente la costruzione grammaticale ucraina \u00e8 pi\u00f9 vicina alle lingue europee, mentre la lingua russa ha forme proprie; l\u2019ucraino ha come tempo verbale il piuccheperfetto che il russo non possiede, avendo solo tre forme temporali: presente, passato e futuro; in ucraino, ci sono 3 forme di futuro (2 imperfettive e 1 perfettiva), mentre in russo ce ne sono solo due (imperfettiva e perfettiva); nella declinazione il russo ha sei casi (nominativo, accusativo, preposizionale, genitivo, dativo e strumentale), mentre l’ucraino ne ha sette, i sei del russo pi\u00f9 il vocativo; l\u2019ucraino usa sempre la forma coniugata del verbo \u201cessere\u201d mentre in russo al tempo presente viene omessa. Il cirillico ucraino si legge cos\u00ec come si scrive, ma quello russo no. Il suono della lingua russa \u00e8 pi\u00f9 rigido rispetto all\u2019ucraino, la cui pronuncia e pi\u00f9 morbida anche per il maggior numero di consonanti \u201cmorbide\u201d rispetto al russo. Lessicalmente l\u2019ucraino \u00e8 pi\u00f9 vicino al polacco, per vocabolario e costruzione delle frasi. Gi\u00e0 nel 1917 la lingua russa e quella ucraina avevano raggiunto l\u2019assetto attuale. Il russo, idioma ufficiale dell\u2019Unione Sovietica, lo fu anche nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Inizialmente si era favorita la c.d. \u201cucrainizzazione\u201d linguistica, ma dagli anni \u201930 in poi l\u2019orientamento mut\u00f2: nelle scuole venne introdotto il russo; i giornali e le pubblicazioni in ucraino vennero aboliti; parte degli intellettuali ucrainofoni subirono persecuzioni politiche. Negli anni \u201980 la politica linguistica sovietica fu \u201cammorbidita\u201d e, ovviamente, dopo l\u2019indipendenza nel 1991, lo stato di salute dell\u2019ucraino miglior\u00f2. Ovviamente la favola dei tre popoli che sono uno ha basi solo ideologiche e politiche, da sottoporre a verifica in base ai comportamenti umani ed al modo di considerarli, cio\u00e8 se conformi o no col presupposto di base: nel secondo caso, se ci sono conflitti, questi rientrano nella categoria delle guerre civili; altrimenti no. Due popoli apparentemente affini e stanziati nella stessa area geografica possono anche cordialmente detestarsi. Anche qui vale l\u2019esempio Portoghesi\/Spagnoli. Tra i Russi ancora ci sono molti che, altres\u00ec a prescindere dalla propaganda governativa, ritengono gli Ucraini appartengano al loro stesso popolo. Lo attesta con astio, per esempio, un post a firma Andrey Rudenko, dal titolo Da qualche parte a Zaporozhye, pubblicato il 9.6.2023 da https:\/\/telegram.me\/s\/sakeritalianotizie: Onestamente, l\u2019unica cosa frustrante \u00e8 che nei carri armati tedeschi sedevano russi come noi, solo ricablati per servire l’Occidente… Ma oggi sono il nostro nemico e il nemico non pu\u00f2 essere compatito. Dopo la guerra, risolveremo tutti i problemi delle relazioni. Nel frattempo per me, personalmente, questi sono traditori!! Dall\u2019espressione geografica allo Stato Fino ad ora si \u00e8 fatto un discorso solo introduttorio al nostro tema che \u00e8 se \u2013 al di l\u00e0 di pulsioni di gruppo pi\u00f9 o meno grandi \u2013 una nazione ucraina (di cui si assume l\u2019esistenza innanzi tutto per comodit\u00e0 preliminare) sia esistita o meno prima del sec. XIX. Quando si parla di storia dell\u2019Ucraina si deve chiarire sempre se ci si riferisce all\u2019area geografica o ad uno Stato omonimo. Non \u00e8 raro che storici ucraini \u2013 tutt\u2019altro che indipendenti \u2013 facciano spesso risalire la storia del loro paese addirittura alla fine del sec….<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":2106,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[42,2],"tags":[1151,1146,1152,16,28,121,30,76,731,8,730,1119,1153],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2105"}],"collection":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=2105"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2105\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":2107,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2105\/revisions\/2107"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/2106"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=2105"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=2105"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=2105"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}