{"id":2097,"date":"2023-06-21T13:12:08","date_gmt":"2023-06-21T13:12:08","guid":{"rendered":"https:\/\/interculturalita.it\/?p=2097"},"modified":"2024-01-26T12:46:49","modified_gmt":"2024-01-26T12:46:49","slug":"gianni-ferracuti-di-destra-e-di-sinistra","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/interculturalita.it\/gianni-ferracuti-di-destra-e-di-sinistra\/","title":{"rendered":"Gianni Ferracuti: …di destra e di sinistra"},"content":{"rendered":"

Gianni Ferracuti<\/a>
\n
…di destra e di sinistra<\/a>
\n
Weimar Caff\u00e8 2023<\/a><\/h4>\n

Sono qui raccolti articoli e saggi pubblicati negli Anni Ottanta del passato secolo<\/strong> (ad eccezione di uno posteriore nella data di pubblicazione ma non nel contenuto). Il titolo del volume deriva da un\u2019affermazione famosa di Jos\u00e9 Ortega y Gasset, nel \u00abPr\u00f3logo para franceses\u00bb della Rebeli\u00f3n de las masas<\/em>: \u00abN\u00e9 questo volume n\u00e9 io siamo politici<\/em>\u00bb, con aggiunta, qualche riga dopo: \u00abEssere di destra, come essere di sinistra, \u00e8 uno degli infiniti modi che l\u2019uomo pu\u00f2 scegliere per essere un imbecille<\/em>\u00bb. Notoriamente, queste parole non implicano alcuna svalutazione della politica e della partecipazione attiva alla vita sociale, bens\u00ec indicano un ordine di priorit\u00e0; continua infatti Ortega:<\/p>\n

Quando qualcuno ci domanda che cosa siamo in politica, o, precedendoci con l\u2019insolenza che fa parte del nostro tempo, ci ascrive a qualcuna, invece di rispondere dobbiamo domandare all\u2019impertinente cosa pensa lui che siano l\u2019uomo e la natura e la storia, cosa la societ\u00e0 e l\u2019individuo, la collettivit\u00e0, lo Stato, l\u2019uso, il diritto…<\/em><\/p>\n

Viene affermato, dunque, con forza il principio che non si parte dalla politica<\/em>: il politique d\u2019abord<\/em>, proclamato spesso negli Anni Trenta del Novecento, \u00e8 quasi come un mettere il carro davanti ai buoi. La politica \u00e8 chiamata ad agire secondo un progetto di governo della societ\u00e0 – il che richiede un\u2019idea di societ\u00e0 e di persona e di vita umana e di natura… insomma una completa visione del mondo; nelle epoche di crisi \u00e8 possibile che sul terreno politico confliggano visioni del mondo diverse, ma ci\u00f2 non toglie che tale terreno rappresenti un punto di arrivo e non il momento di partenza.<\/p>\n

Ora, mentre una visione del mondo ha un carattere organico e sistematico, il programma politico di un partito<\/em> \u00e8, come dice il nome stesso, parziale, di parte<\/em>; inoltre, i punti essenziali di una visone generale della vita possono essere disposti in vari progetti politici con un diverso ordine di priorit\u00e0, il che rende la fazione<\/em> un ambito pi\u00f9 ristretto rispetto alla visione<\/em>. Da qui l\u2019avvertenza di Ortega: inserire la dialettica tra destra e sinistra a un livello subordinato rispetto alle grandi questioni della societ\u00e0, dello stato, del diritto, ecc. – partendo dalle quali \u00e8 possibile che la casella in cui vorrebbero inserirci fanatici, faziosi, schematici attivisti politici risulti eccessivamente angusta.<\/p>\n

La contestazione giovanile degli Anni Sessanta del secolo scorso era stata un\u2019esplosione di sana vitalit\u00e0 che aveva travolto i vecchi schemi mentali. A volte ho l\u2019impressione che l\u2019intero XX secolo sia stato un ininterrotto conflitto tra le paranoie ideologiche ottocentesche e il vitalismo gioioso e antiborghese che il vecchio mondo deve reprimere ogni due o tre generazioni. Nei primi Anni Settanta facevo parte di una rete di circoli universitari intitolati a Ezra Pound (niente a che vedere con l\u2019odierna Casa Pound), che avevano come slogan \u201cn\u00e9 destra, n\u00e9 centro, n\u00e9 sinistra<\/em>\u201d; c\u2019era una giovanile petulanza, ma ci si interessava alle idee economiche di Giacinto Auriti, che poi sarebbero state riprese (parzialmente) dal nucleo originario del Movimento 5 Stelle e oggi sono un tema di discussione frequente, insieme agli scritti economici di Ezra Pound. Successivamente, i 5 Stelle non seppero gestire il loro patrimonio elettorale: si presentarono in parlamento con una schiera di politici comprati su internet che, incapaci di fare alcunch\u00e9, entrarono presto nel mercato politico in veste di prodotti in offerta promozionale. Ma questa \u00e8 un\u2019altra storia.<\/p>\n

Sul finire degli Anni Settanta, in modo pi\u00f9 metodico e con ben pi\u00f9 ampia visione culturale, la Nuova destra di Marco Tarchi lanci\u00f2 lo slogan: \u201cn\u00e9 destra, n\u00e9 sinistra<\/em>\u201d – successivamente modificato come: \u201ce destra, e sinistra<\/em>\u201d. Gli intellettuali gravitanti intorno al progetto della nuova destra furono effettivamente capaci di creare un dibattito culturale ampio e spesso molto originale, trovando interlocutori qualificati a sinistra e riproponendo personaggi \u201cdi confine\u201d, come J\u00fcnger o Schmitt. Contemporaneamente, altri gruppi reinterpretavano con nuove categorie le tematiche religiose o identitarie – come la cooperativa Il Cerchio di Rimini, animata da Adolfo Morganti (oggi Fondazione Comunit\u00e0, presieduta da Franco Cardini) e la rivista I Quaderni di Avallon-<\/em>, i temi letterari e artistici, come la rivista Parsifal<\/em> di Pescara, diretta da quel bravo intellettuale prematuramente scomparso che \u00e8 stato Vincenzo Centorame. La rottura dei vecchi schemi era in atto anche a sinistra, ad esempio con la bella ma breve stagione del Manifesto<\/em> diretto da Valentino Parlato o con il lavoro di intellettuali e studiosi di varia estrazione, come Lidia Menapace o Pier Francesco Zarcone.<\/p>\n

Disgraziatamente, questo fermento culturale non si \u00e8 tradotto in un conseguente rinnovamento dei movimenti e dei partiti politici. In occasione della recente morte di Silvio Berlusconi la stampa ha ricordato che fu lui a \u201csdoganare\u201d la destra estrema inserendola in un progetto di governo del Paese; in realt\u00e0, la destra nata dal Movimento Sociale Italiano era da molto tempo radicata nel sistema democratico italiano e lo \u201csdoganamento\u201d era un\u2019ovviet\u00e0 fattuale. Piuttosto, il difetto di Gianfranco Fini, allora segretario Alleanza Nazionale e uomo di non brillante ingegno politico, fu di ridursi a una sorta di appendice berlusconiana, facendo perdere identit\u00e0 alla sua formazione e sbiadendone i contorni fino a renderla indistinguibile da un vecchio partito liberale.<\/p>\n

Ancora peggio andarono le cose a sinistra. Qui il rinnovamento del Partito Comunista, che non era evitabile dopo la morte di Enrico Berlinguer, cominci\u00f2 con interessanti spunti dottrinali e dichiarazioni congressuali, ma poi venne mal gestito da Achille Occhetto, segretario politicamente piuttosto ingenuo, che mise in piedi una caotica \u201cmacchina da guerra\u201d con formazioni che non avevano nulla in comune salvo identificarsi nel nome di \u201cprogressisti\u201d, non si rese conto dei profondi mutamenti avvenuti nella societ\u00e0 e quindi evit\u00f2 un\u2019interlocuzione con Berlusconi, all\u2019epoca potente imprenditore nella comunicazione, per di pi\u00f9 di area socialista, e and\u00f2 alla catastrofe elettorale. Poi, nell\u2019oscuro periodo di sospensione del diritto, passato sotto il nome di \u201cmani pulite\u201d, gli ex-PCI si sentirono in dovere di assistere alla distruzione del Partito Socialista Italiano come se la cosa non li riguardasse (regalando a Berlusconi ampi settori dell\u2019elettorato che a quel partito socialista faceva riferimento). Infine, passando per la meteora dalemiana di un imperscrutabile \u201cDemocratici di Sinistra\u201d, gli ex-comunisti finirono vittime del diversamente abile Walter Veltroni, che ebbe la geniale idea di costruire un grande contenitore, il PD, non occupandosi di quali contenuti vi sarebbero entrati, sicch\u00e9 oggi quell\u2019area politica nata da Gramsci non trova sconveniente difendere la compravendita di figli al supermercato della maternit\u00e0 detta surrogata o specializzarsi nella catalogazione scientifica di ogni forma di devianza sessuale.<\/p>\n

Il risultato \u00e8 che in Italia non esiste pi\u00f9 una sinistra, per la prima volta nella storia del Paese, ma dopo Fini si \u00e8 riorganizzata, grazie all\u2019abile politica di Giorgia Meloni, una destra ben inserita nelle istituzioni nazionali ed europee, di chiaro segno conservatore e nel solco di una tradizione politica che merita rispetto e dignit\u00e0 anche da parte di chi, come il sottoscritto, non si riconosce in essa e auspica che il vuoto a sinistra sia colmato quanto prima da un\u00a0 nuovo partito socialista che sia seriamente tale.<\/p>\n

Il sostanziale fallimento ideologico della Seconda Repubblica, che mi sono preso la libert\u00e0 di descrivere in modo eccessivamente rapido, non ha comunque interrotto l\u2019opera di elaborazione delle idee e in tempi recenti \u00e8 risultata molto interessante la proposta neo-marxiana di Diego Fusaro, sia con i suoi testi (per esempio il fondamentale Storia e coscienza del precariato<\/em>, Bompiani 2018), sia con la diffusione in Italia del pensiero di Aleksandr Gel’evi\u010d Dugin, al\u00a0 quale wikipedia italiana dedica una pagina contenente una tale quantit\u00e0 di idiozie difficilmente rintracciabile altrove.<\/p>\n

Gran bravo teorico, Fusaro si era scelto tempo fa uno slogan infelice: \u201cvalori di destra, idee di sinistra<\/em>\u201d. Ora, a parte la mostruosit\u00e0 semantica del \u201cvalori di destra\u201d, questo slogan d\u00e0 l\u2019idea che si tratti di assemblare un pezzo preso da qua e uno preso da l\u00e0 in una sorta di Frankenstein ideologico (difetto forse presente anche negli altri slogan citati poco fa).<\/p>\n

Tra i saggi raccolti nel presente volume, il lettore trover\u00e0 una recensione del libro di Zeev Sternhell N\u00e9 destra, n\u00e9 sinistra<\/em>, che effettivamente sembra costruire un\u2019idea di sommatoria ideologica non del tutto organica, secondo la sua ricostruzione (ho inserito alcune note attuali al testo per evidenziare non tanto gli errori di Sternhell quanto i miei, nell\u2019interpretazione del fascismo nella met\u00e0 degli Anni Ottanta). In realt\u00e0 il grande rinnovamento del socialismo verso la fine del XIX secolo, che in Italia vide all\u2019opera Corradini, Corridoni, de Ambris, Marinetti, D\u2019Annunzio…, non \u00e8 una somma di diverse ideologie o di frammenti ideologici di varia provenienza, bens\u00ec un superamento radicale di tutte<\/em> le ideologie ottocentesche<\/em>: questo era il compito che le generazioni intellettuali di dine XIX secolo sentivano come urgente – e si tratta di un compito che investe la politica insieme alle arti, al pensiero, alla scienza.<\/p>\n

Nell\u2019Ottocento, che per molti versi fu davvero un secolo stupido, il positivismo materialista impediva l\u2019esistenza di una sinistra che fosse al tempo stesso rivoluzionaria e legata a valori religiosi; e la deformazione ideologica del tradizionalismo impediva che esistesse una visione tradizionale che fosse anche rivoluzionaria sul piano sociale, dovendo affrontare le urgenze sociali nate dalla rivoluzione industriale e dal capitalismo, che non esistevano nell\u2019Europa cristiana del medioevo. Il rinnovamento contemporaneo, il superamento della modernit\u00e0 borghese, coincide con la demolizione critica di entrambe<\/em> quelle ideologie parziali e astratte e l\u2019elaborazione di un<\/em> pensiero nuovo, non di una somma di pensieri, centrato sulle nozione di persona, vita umana, autodeterminazione del proprio destino, rete di autonomie sociali, difesa della societ\u00e0 dallo stato che, per molti versi, \u00e8 un male inevitabile.<\/p>\n

Un socialismo ripensato in chiave personalista e un\u2019identit\u00e0 nazionale, o tradizionale, che rimetta in primo piano la questione sociale sono l\u2019incompiuta missione politica del XX secolo: una grande impresa di rinnovamento tuttora in corso e pi\u00f9 attuale che mai di fronte al mostruoso potere di controllo sociale derivante dalla rivoluzione digitale, come di fronte alla distruzione delle tradizioni culturali, delle identit\u00e0 collettive e personali – in una parola, di fronte all\u2019alienazione di sovranit\u00e0 che hanno subito i singoli e le collettivit\u00e0. Questo progetto \u00e8 in grado di coniugare i valori della nazione e quelli del socialismo non nel senso di una somma, bens\u00ec nel senso che individua nel socialismo un valore della nazione e nella nazione il soggetto che cerca nel socialismo la migliore realizzazione possibile della giustizia sociale.<\/p>\n

\u00c8 stupefacente come sedicenti democratici abbiano potuto accettare, anche festevolmente, la rinuncia a ogni forma di sovranit\u00e0: dovrebbe essere evidente che se una persona non \u00e8 sovrana allora \u00e8 eterodiretta; se una societ\u00e0 non \u00e8 sovrana allora \u00e8 inserita in un contesto totalitario; se una nazione non \u00e8 sovrana allora \u00e8 una colonia o un protettorato: dovrebbe essere ovvio che ogni progresso della democrazia sul piano internazionale dovrebbe essere realizzato con il concorso delle nazioni, non contro di esse – perch\u00e9 quando si pratica una politica internazionale contro l\u2019idea stessa di nazione allora vuol dire che alcune nazioni forti stanno praticando una politica imperialista mascherata da fumosi valori umanitari. \u00c8 stupefacente che l\u2019ultimo atto di sovranit\u00e0 dell\u2019Italia sia stato compiuto da Bettino Craxi, che era segretario del Partito Socialista Italiano, a Sigonella.<\/p>\n

Cos\u00ec, osservando la strana situazione politica italiana di oggi, mentre il termine sovranit\u00e0 torna nell\u2019uso mentre il termine socialismo non si vede all\u2019orizzonte, sono andato a rileggere quegli articoli, scritti quasi quarant\u2019anni fa, quando la destra e la sinistra ci sembravano spazi troppo angusti, e tuttavia non volevamo rinunciare all\u2019uno n\u00e9 all\u2019altro. Rileggendoli con l\u2019umano interesse con cui le persone avanti negli anni cercano di verificare il positivo e il negativo del loro cammino, ho trovato molte cose che oggi non scriverei e molte altre che mi hanno sorpreso perch\u00e9 le collocavo molto pi\u00f9 avanti nel tempo: ho fiducia che nel complesso contengano spunti ancora utili per chi cerca motivi di impegno in difesa della persona.<\/p>\n

DISPONIBILE SU AMAZON<\/a><\/p>\n