{"id":2060,"date":"2023-05-12T12:14:44","date_gmt":"2023-05-12T12:14:44","guid":{"rendered":"https:\/\/interculturalita.it\/?p=2060"},"modified":"2024-01-26T12:49:57","modified_gmt":"2024-01-26T12:49:57","slug":"pier-francesco-zarcone-mondo-islamico-laicita-e-secolarizzazione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/interculturalita.it\/pier-francesco-zarcone-mondo-islamico-laicita-e-secolarizzazione\/","title":{"rendered":"Pier Francesco Zarcone: Mondo islamico: laicit\u00e0 e secolarizzazione"},"content":{"rendered":"

Pier Francesco Zarcone:
\nMondo islamico: laicit\u00e0 e secolarizzazione<\/h3>\n

pdf gratuito<\/strong><\/p>\n

estratto da “Studi Interculturali” 4 (1, 2014)<\/strong><\/p>\n

Studi interculturali \u00e8 una rivista pubblicata dal Centro di Studi Interculturali Mediterr\u00e1nea, col patrocinio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Universit\u00e0 di Trieste e il coordinamento editoriale di Gianni Ferracuti. Tutti i volumi si possono scaricare gratuitamente dai siti interculturalita.it<\/a> e ilbolerodiravel.org<\/a>. Vengono inseriti su claydscap.com i singoli articoli della rivista, estratti dal pdf originale.<\/p>\n

 <\/p>\n

“Il nostro argomento, sicuramente attuale, va affrontato ben al di l\u00e0 degli imperversanti luoghi comuni che proiettano erronee generalizzazioni sia sull\u2019Isl\u0101m sia su laicit\u00e0 e secolarizzazione. In Occidente per la stragrande maggioranza delle persone l\u2019Isl\u0101m \u00e8 un emerito sconosciuto ma contemporaneamente \u00e8 oggetto di \u00abgiudizi\u00bb indotti da come lo presentano le semplificazioni giornalistiche dei mass-media<\/em>. Una delle conseguenze \u00e8 che l\u2019insieme del mondo islamico appare del tutto alieno e ostico, come un mondo che non dialoga veramente, che non relativizza, permeato da un\u2019intensa religiosit\u00e0, per giunta in espansione oltre le proprie frontiere storiche e presente anche in Occidente con evidenti problemi di integrazione. Diciamo pure che per certi versi sembra pi\u00f9 affine (con certe sue visibili caratteristiche di base) a un lontano passato dell\u2019Occidente che non alla realt\u00e0 contemporanea di esso. Da qui a parlare di \u00abscontro di civilt\u00e0\u00bb il passo \u00e8 breve.<\/p>\n

Si pensi a questo esempio scelto per la sua valenza simbolica: ovunque ci sia una moschea col minareto, ogni giorno e per cinque volte, una voce ricorda a tutti – buoni e cattivi, qualunque cosa stiano facendo al momento – che Dio esiste; e quindi con Lui si devono fare i conti. La cosa non \u00e8 perfettamente equiparabile al ruolo delle campane nel mondo cristiano, giacch\u00e9 la proclamazione che Dio c\u2019\u00e8 risulta nella chiamata del muezzin<\/em> alla preghiera molto pi\u00f9 diretta, immediata e suggestiva. Inoltre il riferimento a Dio \u00e8 entrato a fare parte di molte espressioni del parlar comune musulmano, ben al di l\u00e0 del noto insh<\/em>\u2019all<\/em>\u0101h<\/em> (se Dio vuole, poi trasferitosi nel castigliano ojal\u00e1<\/em> e nel portoghese oxal\u00e1<\/em>): per esempio in turco abbiamo Allah Allah<\/em> per dire \u00abche strano!\u00bb, Allahtan<\/em>, \u00abfortunatamente\u00bb, il malvagio \u00e8 detto Allah\u0131n cezas\u0131<\/em> e l\u2019arrivederci \u00e8 reso con Allaha\u0131smarlad\u0131k<\/em>; per non parlare della ricchezza si espressioni similari in arabo (per esempio, alla domanda \u00abcome stai?\u00bb si risponde alhamdu-lill<\/em>\u0101hi<\/em>, cio\u00e8 Dio sia lodato, e lo stesso quando si starnutisce; in certe parti si esprime la gratitudine dicendo All<\/em>\u0101h ibarek fik<\/em>, Dio ti benedica; e quando si inizia qualche cosa, seppure profana, si recita la cosiddetta \u00abbasmala\u00bb, ovvero bismill<\/em>\u0101hi ar-rahm<\/em>\u0101n ar-rah<\/em>\u012bm<\/em> nel nome di Dio il Clemente e il Misericordioso.<\/p>\n

Non solo il riferimento a Dio \u00e8 frequentissimo, ma altres\u00ec tra i Musulmani si ha l\u2019impressione di una pratica religiosa ben pi\u00f9 diffusa e sentita di quanto accada dalle nostre parti. Magari le statistiche forniscono percentuali sulla frequenza alle moschee suscettibili di ridimensionare tale impressione: in Italia pare che a frequentare con una certa regolarit\u00e0 le moschee sia il 46% circa dei musulmani, a fronte della pratica regolare di non pi\u00f9 del 49,7% dei cattolici (rilevazione della Fondazione per le Iniziative e gli Studi sulla Multietnicit\u00e0-Ismu di Milano); e, altro esempio, in un paese come il Marocco solo una parte del buon vino prodotto viene esportata, dal che si evince che il resto \u00e8 consumato da musulmani locali. Comunque il grado di osservanza del Ramadan<\/em> (Ramazan<\/em>, in turco) \u00e8 altissimo, e generalmente anche i meno praticanti si astengono dal maiale e derivati. E via dicendo.<\/p>\n

Eppure nel corso della storia questo mondo, in apparenza tanto lontano, \u00e8 stato anche molto vicino; e non ci si riferisce solo alle numerose guerre intercorse. Prendiamo le mosse dall\u2019abortita Costituzione europea: in rapporto a essa si \u00e8 a lungo discusso circa l\u2019esigenza di evidenziare le radici cristiane dell\u2019Europa; poi si sono affacciati esponenti ebrei per chiedere l\u2019aggiunta del riferimento all\u2019Ebraismo, a motivo della matrice giudaica del Cristianesimo; dal canto loro i laici non potevano non rivendicare il loro ruolo nella costruzione dell\u2019Europa moderna e contemporanea, con l\u2019apporto dell\u2019Illuminismo e delle conquiste in materia di rivoluzione scientifica e di uguaglianza e libert\u00e0 politiche, sociali e individuali. Ma nessuno (almeno a quel che ci risulti) ha ricordato quanto l\u2019Europa debba alla cultura islamica, obiettivamente parte anch\u2019essa delle sue radici: sul pensiero filosofico ha influito la cultura islamica della penisola iberica, grazie a filosofi di lingua araba l\u2019Europa ha recuperato parte dell\u2019eredit\u00e0 greca e latina, per non parlare della matematica e delle scienze; inoltre dal mondo islamico \u00e8 derivata la moderna poesia profana, con l\u2019esaltazione della natura, dei bei giardini con fontane zampillanti, del vino, dei piaceri della vita; e la musica medioevale ha conosciuto strumenti e moduli nuovi grazie alla musica arabo-islamica. Il mondo musulmano ha inoltre elaborato un suo assetto che ha consentito forme di pluralismo confessionale al suo interno, e in terre islamiche fuggivano dalle persecuzioni cattoliche, e poi protestanti, ebrei e dissidenti religiosi di varia estrazione.<\/p>\n

Nel mondo musulmano il fattore religioso ha un\u2019obiettiva presenza e pregnanza, e da ci\u00f2 normalmente se ne inferisce il carattere di elemento dominante di ogni aspetto della vita individuale e sociale. Cos\u00ec sembra, ma fermarsi alle apparenze implica un\u2019assolutizzazione priva di riscontri nella storia e nella realt\u00e0 contemporanea del mondo islamico, per cui sarebbe preferibile parlare di religiosit\u00e0 islamica \u00abche permea\u00bb, e non che domina. La differenza sta nelle parole. Del pari non si deve considerare il mondo islamico come un blocco monolitico, non foss\u2019altro perch\u00e9 al suo interno comprende una pluralit\u00e0 di etnie, di culture e mentalit\u00e0, di tradizioni e di ideologie religiose e non che vanno ben al di l\u00e0 dei segni comuni di appartenenza all\u2019Isl\u0101m.<\/p>\n

In Europa, con una presenza rilevante di immigrati islamici, ci si limita a sottolineare l\u2019esistenza di problemi di integrazione e li si imputa al fattore religioso. Un altro errore colossale attribuibile solo a ignoranza o a malafede. Ci si dimentica che, l\u2019inserimento in un ambiente in cui sono grandi le differenze socio-culturali e opera l\u2019emarginazione dovuta a xenofobia o razzismo, \u00e8 facile ingenerare nei discriminati la spinta a riscoprire identit\u00e0 e orgoglio di appartenenza e a ripiegare verso le proprie tradizioni quand\u2019anche inizialmente sentite come arcaiche dagli interessati; e che se questo riflusso in una dimensione \u00abnormale\u00bb si attenua nelle generazioni seconde, terze e successive, tuttavia se e quando non si realizzino per questi discendenti dei primi immigrati forme di una nuova identit\u00e0 condivisa e di interrelazione con le culture e le tradizioni presenti nel territorio di stanziamento, allora anche elementi di queste nuove generazioni possono facilmente riscoprire la religione con una funzione primariamente identitaria, e quindi rigida; nonch\u00e9 reagire violentemente contro un contesto che si presenta ostile, giacch\u00e9 da un lato discrimina e dall\u2019altro priva della cultura e della storia originarie (si pensi ai bambini arabi che nel Nord Africa francese a scuola imparavano l\u2019esaltazione dei \u00abloro\u00bb biondi antenati celti!). \u00c8 quindi ovvio che certuni vivano come rinascita l\u2019abbraccio a un Isl\u0101m visto al di fuori dalla storia e dalle tradizioni, e quindi assoluto, e quindi fondamentalista.<\/p>\n

Inoltre e soprattutto va evitata l\u2019arbitraria e manichea identificazione fra fervore religioso e radicalismo e magari jihadismo. La necessit\u00e0 di verificare i luoghi comuni \u00e8 dimostrata dai risultati sorprendenti a cui la verifica porta quando ci si addentra nel tema specifico del \u00abse e fino a che punto\u00bb laicit\u00e0 e secolarizzazione siano riscontrabili nel mondo islamico….”<\/p>\n

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Pier Francesco Zarcone: Mondo islamico: laicit\u00e0 e secolarizzazione pdf gratuito estratto da “Studi Interculturali” 4 (1, 2014) Studi interculturali \u00e8 una rivista pubblicata dal Centro di Studi Interculturali Mediterr\u00e1nea, col patrocinio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Universit\u00e0 di Trieste e il coordinamento editoriale di Gianni Ferracuti. Tutti i volumi si possono scaricare gratuitamente dai siti interculturalita.it e ilbolerodiravel.org. Vengono inseriti su claydscap.com i singoli articoli della rivista, estratti dal pdf originale.   “Il nostro argomento, sicuramente attuale, va affrontato ben al di l\u00e0 degli imperversanti luoghi comuni che proiettano erronee generalizzazioni sia sull\u2019Isl\u0101m sia su laicit\u00e0 e secolarizzazione. In Occidente per la stragrande maggioranza delle persone l\u2019Isl\u0101m \u00e8 un emerito sconosciuto ma contemporaneamente \u00e8 oggetto di \u00abgiudizi\u00bb indotti da come lo presentano le semplificazioni giornalistiche dei mass-media. Una delle conseguenze \u00e8 che l\u2019insieme del mondo islamico appare del tutto alieno e ostico, come un mondo che non dialoga veramente, che non relativizza, permeato da un\u2019intensa religiosit\u00e0, per giunta in espansione oltre le proprie frontiere storiche e presente anche in Occidente con evidenti problemi di integrazione. Diciamo pure che per certi versi sembra pi\u00f9 affine (con certe sue visibili caratteristiche di base) a un lontano passato dell\u2019Occidente che non alla realt\u00e0 contemporanea di esso. Da qui a parlare di \u00abscontro di civilt\u00e0\u00bb il passo \u00e8 breve. Si pensi a questo esempio scelto per la sua valenza simbolica: ovunque ci sia una moschea col minareto, ogni giorno e per cinque volte, una voce ricorda a tutti – buoni e cattivi, qualunque cosa stiano facendo al momento – che Dio esiste; e quindi con Lui si devono fare i conti. La cosa non \u00e8 perfettamente equiparabile al ruolo delle campane nel mondo cristiano, giacch\u00e9 la proclamazione che Dio c\u2019\u00e8 risulta nella chiamata del muezzin alla preghiera molto pi\u00f9 diretta, immediata e suggestiva. Inoltre il riferimento a Dio \u00e8 entrato a fare parte di molte espressioni del parlar comune musulmano, ben al di l\u00e0 del noto insh\u2019all\u0101h (se Dio vuole, poi trasferitosi nel castigliano ojal\u00e1 e nel portoghese oxal\u00e1): per esempio in turco abbiamo Allah Allah per dire \u00abche strano!\u00bb, Allahtan, \u00abfortunatamente\u00bb, il malvagio \u00e8 detto Allah\u0131n cezas\u0131 e l\u2019arrivederci \u00e8 reso con Allaha\u0131smarlad\u0131k; per non parlare della ricchezza si espressioni similari in arabo (per esempio, alla domanda \u00abcome stai?\u00bb si risponde alhamdu-lill\u0101hi, cio\u00e8 Dio sia lodato, e lo stesso quando si starnutisce; in certe parti si esprime la gratitudine dicendo All\u0101h ibarek fik, Dio ti benedica; e quando si inizia qualche cosa, seppure profana, si recita la cosiddetta \u00abbasmala\u00bb, ovvero bismill\u0101hi ar-rahm\u0101n ar-rah\u012bm nel nome di Dio il Clemente e il Misericordioso. Non solo il riferimento a Dio \u00e8 frequentissimo, ma altres\u00ec tra i Musulmani si ha l\u2019impressione di una pratica religiosa ben pi\u00f9 diffusa e sentita di quanto accada dalle nostre parti. Magari le statistiche forniscono percentuali sulla frequenza alle moschee suscettibili di ridimensionare tale impressione: in Italia pare che a frequentare con una certa regolarit\u00e0 le moschee sia il 46% circa dei musulmani, a fronte della pratica regolare di non pi\u00f9 del 49,7% dei cattolici (rilevazione della Fondazione per le Iniziative e gli Studi sulla Multietnicit\u00e0-Ismu di Milano); e, altro esempio, in un paese come il Marocco solo una parte del buon vino prodotto viene esportata, dal che si evince che il resto \u00e8 consumato da musulmani locali. Comunque il grado di osservanza del Ramadan (Ramazan, in turco) \u00e8 altissimo, e generalmente anche i meno praticanti si astengono dal maiale e derivati. E via dicendo. Eppure nel corso della storia questo mondo, in apparenza tanto lontano, \u00e8 stato anche molto vicino; e non ci si riferisce solo alle numerose guerre intercorse. Prendiamo le mosse dall\u2019abortita Costituzione europea: in rapporto a essa si \u00e8 a lungo discusso circa l\u2019esigenza di evidenziare le radici cristiane dell\u2019Europa; poi si sono affacciati esponenti ebrei per chiedere l\u2019aggiunta del riferimento all\u2019Ebraismo, a motivo della matrice giudaica del Cristianesimo; dal canto loro i laici non potevano non rivendicare il loro ruolo nella costruzione dell\u2019Europa moderna e contemporanea, con l\u2019apporto dell\u2019Illuminismo e delle conquiste in materia di rivoluzione scientifica e di uguaglianza e libert\u00e0 politiche, sociali e individuali. Ma nessuno (almeno a quel che ci risulti) ha ricordato quanto l\u2019Europa debba alla cultura islamica, obiettivamente parte anch\u2019essa delle sue radici: sul pensiero filosofico ha influito la cultura islamica della penisola iberica, grazie a filosofi di lingua araba l\u2019Europa ha recuperato parte dell\u2019eredit\u00e0 greca e latina, per non parlare della matematica e delle scienze; inoltre dal mondo islamico \u00e8 derivata la moderna poesia profana, con l\u2019esaltazione della natura, dei bei giardini con fontane zampillanti, del vino, dei piaceri della vita; e la musica medioevale ha conosciuto strumenti e moduli nuovi grazie alla musica arabo-islamica. Il mondo musulmano ha inoltre elaborato un suo assetto che ha consentito forme di pluralismo confessionale al suo interno, e in terre islamiche fuggivano dalle persecuzioni cattoliche, e poi protestanti, ebrei e dissidenti religiosi di varia estrazione. Nel mondo musulmano il fattore religioso ha un\u2019obiettiva presenza e pregnanza, e da ci\u00f2 normalmente se ne inferisce il carattere di elemento dominante di ogni aspetto della vita individuale e sociale. Cos\u00ec sembra, ma fermarsi alle apparenze implica un\u2019assolutizzazione priva di riscontri nella storia e nella realt\u00e0 contemporanea del mondo islamico, per cui sarebbe preferibile parlare di religiosit\u00e0 islamica \u00abche permea\u00bb, e non che domina. La differenza sta nelle parole. Del pari non si deve considerare il mondo islamico come un blocco monolitico, non foss\u2019altro perch\u00e9 al suo interno comprende una pluralit\u00e0 di etnie, di culture e mentalit\u00e0, di tradizioni e di ideologie religiose e non che vanno ben al di l\u00e0 dei segni comuni di appartenenza all\u2019Isl\u0101m. In Europa, con una presenza rilevante di immigrati islamici, ci si limita a sottolineare l\u2019esistenza di problemi di integrazione e li si imputa al fattore religioso. Un altro errore colossale attribuibile solo a ignoranza o a malafede. Ci si dimentica che, l\u2019inserimento in un ambiente in cui sono grandi le differenze socio-culturali e opera l\u2019emarginazione dovuta a xenofobia o razzismo, \u00e8 facile ingenerare nei discriminati la spinta a riscoprire identit\u00e0 e orgoglio di appartenenza e a ripiegare verso le proprie tradizioni quand\u2019anche inizialmente sentite come arcaiche dagli interessati; e che se questo riflusso in una dimensione \u00abnormale\u00bb si attenua nelle generazioni seconde, terze e successive, tuttavia se e quando non si realizzino per questi discendenti dei primi immigrati forme di una nuova identit\u00e0 condivisa e di interrelazione con le culture e le tradizioni presenti nel territorio di stanziamento, allora anche elementi di queste nuove generazioni possono facilmente riscoprire la religione con una funzione primariamente identitaria, e quindi rigida; nonch\u00e9 reagire violentemente contro un contesto che si presenta ostile, giacch\u00e9 da un lato discrimina e dall\u2019altro priva della cultura e della storia originarie (si pensi ai bambini arabi che nel Nord Africa francese a scuola imparavano l\u2019esaltazione dei \u00abloro\u00bb biondi antenati celti!). \u00c8 quindi ovvio che certuni vivano come rinascita l\u2019abbraccio a un Isl\u0101m visto al di fuori dalla storia e dalle tradizioni, e quindi assoluto, e quindi fondamentalista. Inoltre e soprattutto va evitata l\u2019arbitraria e manichea identificazione fra fervore religioso e radicalismo e magari jihadismo. La necessit\u00e0 di verificare i luoghi comuni \u00e8 dimostrata dai risultati sorprendenti a cui la verifica porta quando ci si addentra nel tema specifico del \u00abse e fino a che punto\u00bb laicit\u00e0 e secolarizzazione siano riscontrabili nel mondo islamico….” Scarica il pdf<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":2061,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[10,2],"tags":[230,16,126,846,28,108,1137,115,1138,76,1139,8,792,34,35],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2060"}],"collection":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=2060"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2060\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":2258,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2060\/revisions\/2258"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/2061"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=2060"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=2060"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/interculturalita.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=2060"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}