{"id":1662,"date":"2022-10-11T10:13:14","date_gmt":"2022-10-11T10:13:14","guid":{"rendered":"https:\/\/interculturalita.it\/?p=1662"},"modified":"2024-01-26T13:12:01","modified_gmt":"2024-01-26T13:12:01","slug":"jose-ortega-y-gasset-un-pensatore-per-gli-anni-bui","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/interculturalita.it\/jose-ortega-y-gasset-un-pensatore-per-gli-anni-bui\/","title":{"rendered":"Jos\u00e9 Ortega y Gasset: un pensatore per gli anni bui"},"content":{"rendered":"

Negli anni confusi che stiamo vivendo, leggere Ortega y Gasset pu\u00f2 essere un farmaco che crea distanza, rasserena lo sguardo e riattiva il contatto con la pi\u00f9 profonda dimensione di autenticit\u00e0 personale; in pi\u00f9, con il suo stile elegante, fornisce anche il piacere di una lettura, comprensibile e stimolante.<\/p>\n

Osservatore acuto della realt\u00e0, Ortega parla dell’uomo concreto immerso nel reale concreto, vale a dire immerso nella vita, che \u00e8 l’intreccio dinamico dell’io e del suo mondo. La vita, la mia vita, la vita di ognuno, \u00e8 il punto di partenza e forse il punto di arrivo di ogni discorso.<\/p>\n

\u00abVivere consiste nel fatto che l’uomo \u00e8 sempre in una circostanza, nel fatto che egli si trova immediatamente, e senza sapere come, immerso, proiettato in un orbe o contorno che non si pu\u00f2 cambiare, in questo mondo che ora \u00e8 presente. Per reggersi in piedi in questa circostanza, deve fare sempre qualcosa. Per\u00f2 questo “dover fare” non gli \u00e8 imposto dalla circostanza, al modo in cui, ad esempio, al grammofono \u00e8 imposto un repertorio di dischi, o ad un astro la traiettoria dell’orbita. L’uomo, ciascun uomo, deve decidere in ciascun istante ci\u00f2 che far\u00e0, ci\u00f2 che sar\u00e0 nell’istante successivo. Questa decisione \u00e8 intrasferibile, nessuno pu\u00f2 sostituirmi nel compito di decidermi, di decidere della mia vita\u00bb.<\/p>\n

L’uomo deve fabbricarsi l’esistenza; non gli \u00e8 data la realt\u00e0 conclusa di un’esistenza fatta, ma la possibilit\u00e0 di esistere, con la conseguente insicurezza e l’ansia di essere:<\/p>\n

\u00abUn ente che \u00e8 costituito dall’affanno di essere, che consiste nell’affannarsi per essere, evidentemente gi\u00e0 \u00e8 poich\u00e9 altrimenti non potrebbe affannarsi. Per\u00f2 che cosa \u00e8 questo ente? Gi\u00e0 si \u00e8 detto: affanno di essere. Bene; per\u00f2 pu\u00f2 sentire affanno di essere solo colui che non \u00e8 sicuro di essere, colui che sente costantemente problematico se sar\u00e0 o no nel momento che viene, e se sar\u00e0 tale e quale, in questo o in un altro modo. Cos\u00ec la nostra vita \u00e8 affanno di essere, precisamente perch\u00e9 \u00e8 nello stesso tempo, nella sua radice, radicale insicurezza\u00bb.<\/p>\n

Ci\u00f2 si spiega col fatto che l’essere dell’uomo e l’essere della natura non coincidono. L’uomo \u00abpossiede la strana condizione per cui in parte risulta affine alla natura, ma in parte no, \u00e8 nello stesso tempo naturale ed extra-naturate, una sorta di centauro ontologico, nel quale una porzione \u00e8 immersa nella natura e l’altra mezza la trascende\u00bb. Ci\u00f2 che l’uomo ha di naturale \u00e8 anche ci\u00f2 che gli appare meno problematico ed \u00e8 quasi sentito come meno umano; \u00abInvece, la sua porzione extranaturale non \u00e8 di gi\u00e0 realizzata, ma consiste in una mera pretesa di essere, in un progetto di vita. Questo \u00e8 ci\u00f2 che sentiamo come il nostro vero essere, ci\u00f2 che chiamiamo la nostra personalit\u00e0 il nostro io\u00bb.<\/p>\n

Immersi nella circostanza, attraverso la meditazione l’individuo elabora molti piani d’azione ipoteticamente realizzabili, ma questi non si presentano tutti allo stesso modo, non attirano con la stessa intensit\u00e0, non suscitano lo stesso grado di entusiasmo:<\/p>\n

\u00a0\u00abUna voce strana, emergente da non sappiamo quale intimo, segreto fondo nostro, ci chiama a scegliere uno di essi e ad escludere gli altri. (…) Questo \u00e8 l’ingrediente pi\u00f9 strano e misterioso dell’uomo. Da una parte egli \u00e8 libero: non deve essere nulla per forza, come avviene invece ad una stella. E senza dubbio, davanti alla sua libert\u00e0 si alza sempre qualcosa con un carattere di necessit\u00e0 quasi dicendo: quanto a potere puoi essere ci\u00f2 che vuoi; per\u00f2 solo se vuoi essere in un tale, determinato modo sarai quello che devi essere. Vale a dire che ciascun uomo, tra i suoi vari esseri possibili, ne trova sempre uno che \u00e8 il suo autentico essere. E la voce che lo chiama a questo suo autentico essere \u00e8 quella che chiamiamo vocazione\u00bb.<\/p>\n

Cercare di essere la persona che realmente siamo \u00e8, per Ortega, il compito supremo, perch\u00e9 mette ordine nella nostra esistenza e, al tempo stesso, contribuisce a mettere ordine nel mondo – forse non nel grande mondo che contiene tutta l’umanit\u00e0, ma certamente s\u00ec nel nostro mondo piccolo, nella nostra\u00a0circostanza<\/em>.<\/p>\n