{"id":1414,"date":"2021-05-15T16:48:38","date_gmt":"2021-05-15T16:48:38","guid":{"rendered":"https:\/\/interculturalita.it\/?p=1414"},"modified":"2024-01-27T13:04:56","modified_gmt":"2024-01-27T13:04:56","slug":"gianni-ferracuti-parmenide-e-la-capra-ebook","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/interculturalita.it\/gianni-ferracuti-parmenide-e-la-capra-ebook\/","title":{"rendered":"Gianni Ferracuti: Parmenide e la capra – ebook"},"content":{"rendered":"

Gianni Ferracuti
\nParmenide e la capra<\/p>\n

Parmenide e la capra \u00e8 un breve trattato, molto \u201corientale\u201d, sull\u2019alchimia del sentire e sulla critica dell\u2019idea dell\u2019essere. Si tratta di due aspetti connessi al tema dell\u2019Arkh\u00e9, dell\u2019\u00aborigine\u00bb, intesa sia nel senso greco del momento iniziale del divenire della realt\u00e0, sia come radice attuale del dinamismo del reale: il reale \u00e8 attivo per se stesso in virt\u00f9 del suo potere, da cui emana come da una sorgente perenne.
\nQuesta sorgente inesauribile \u00e8 il potere del divino in attivit\u00e0, che produce e regge l\u2019universo. Interno al reale, come un frammento di esso, lo sguardo dell\u2019individuo non pu\u00f2 andare oltre l\u2019osservazione dell\u2019effetto del potere in attivit\u00e0 (la \u201cnatura naturans\u201d, nell\u2019espressione della scolastica medievale), non pu\u00f2 cio\u00e8 costruire una filosofia che sia davvero meta-fisica; pu\u00f2, per\u00f2, demolendo l\u2019illusorio concetto di \u201cessere\u201d, percepire la natura come una totalit\u00e0 organica e vivente con la quale \u00e8 in comunicazione.
\nTra la persona e la realt\u00e0 non c\u2019\u00e8 n\u00e9 un legame logico, n\u00e9 un distanziamento insuperabile, n\u00e9 una confusione panteista, bens\u00ec una comunicazione vitale che, nel sentire personale, pur tra mille voci a volte contraddittorie e ambigue, lascia trasparire un\u2019eco della voce divina.
\nNel mondo troviamo tante realt\u00e0 diverse, e di tutte predichiamo l’entit\u00e0, operando gi\u00e0 una separazione concettuale tra l’entit\u00e0, che \u00e8 unica, e le cose singole, che sono tante, molteplici, diverse, irriducibili tra loro. Quando parliamo dell’albero come di un ente, abbiamo gi\u00e0 astratto dall’albero (che \u00e8 concreto, produce mele, secca e diventa legna da ardere) qualcosa che non \u00e8 albero ma: \u00abalbero a prescindere da tutte le sue caratteristiche eccetto l’esistenza\u00bb.
\nIl concetto di ente contiene gi\u00e0 la teoria dell’essere. Per\u00f2 non spiega come sia possibile prescindere da tutte le caratteristiche dell’albero tranne una: quando operiamo questa astrazione, non parliamo di alberi reali, prescindiamo completamente dall’intero mondo della nostra esperienza e parliamo di un albero che non abbiamo mai percepito con i sensi. La complessa realt\u00e0 dell’albero viene separata dal suo puro essere qui – un albero che non esiste e di cui dimostriamo l’esistenza con il ragionamento. Esser-qui, di che? Non l’esser-qui di una cosa reale, ma un esser-qui indeterminato e senza cose: un fantasma.
\nEnte viene da ens, traduzione latina del greco on, participio presente del verbo essere in una strana forma neutra. Vuol dire essente, ed \u00e8 tratto da una situazione reale. Significa che dinanzi agli occhi di Parmenide seduto su una panca c’\u00e8 la capra, l’erba che la capra sta brucando, poco pi\u00f9 in l\u00e0 c’\u00e8 Zenone, vicino la brocca del vino, e da qualche parte un ruscello di cui si sente lo scorrere dell’acqua. Tutte queste cose sono qui, presentemente, ma ciascuna cos\u00ec come \u00e8: la capra come capra, e andr\u00e0 al ruscello a bere; Parmenide come Parmenide, Zenone come Zenone, ed entrambi bevono il vino.
\nOgnuna di queste realt\u00e0 ha la sua consistenza. Si ipotizza che queste consistenze diverse siano modi di una consistenza unica, indifferenziata, di una consistenza in s\u00e9; cio\u00e8 che primariamente le cose consistano nel consistere e che la loro differenziazione non sia la condizione costitutiva, irrinunciabile, ultima di ogni consistere concreto. Si ipotizza che esser-Parmenide ed esser-capra implichino un essere-senza-attributi, senza ci\u00f2 che lo rende ora Parmenide ed ora capra. Questa appunto l’ipotesi da demolire.<\/p>\n

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