
Stefano Wulf: Dino Campana
Estratto da Studi Interculturali, n. 1-2 del 2016
Dino Campana nacque a Marradi (Firenze) il 20 agosto del 1885, visse una giovinezza travagliata, in paese veniva chiamato “il mat”. Interruppe gli studi di chimica all’università di Bologna e dopo un ricovero al manicomio di Imola iniziò una serie di vagabondaggi in Svizzera e Francia.
Nel 1908 lavorò in Argentina come bracciante, nel suo peregrinare passò per Odessa, Anversa, Bruxelles, Parigi. Nel 1909 venne di nuovo ricoverato in una clinica di Firenze. Riprese, due anni dopo, senza fortuna, gli studi universitari. Nell’autunno 1913 consegnò a Soffici e Papini il quadernetto dei suoi Canti orfici. Soffici smarrì il manoscritto e il mito (o forse no) vuole che nella primavera successiva Dino fosse costretto a riscriverli a memoria. Li farà stampare privatamente da un tipografo di Marradi nel 1914. Segue una nuova fase di viaggi, a Torino e poi a Ginevra, a questi si alternano un altro soggiorno in clinica e una tumultuosa relazione con Sibilla Aleramo tra 1916 e 1917. Viene ricoverato definitivamente nel manicomio di Castel Pulci nel 1918, vi morirà – probabilmente per setticemia – il primo marzo del 1932.
La pazzia non fu il seme della poesia ma l’epilogo.

