
Cristina Benussi: Ebraismo e scrittura femminile
Cristina Benussi:
Ebraismo e scrittura femminile
Estratto da Studi Interculturali n. 3 del 2016
Giorgio Voghera disegna con mano sicura le due figure, una femminile e l’altra maschile. Si vede che il confronto con i caratteri della sua tradizione lo intrigava, se poi approfondisce l’argomento in diverse occasioni e in diverse prospettive. Ad esempio, nel suo lungo saggio Presenza e spirito ebraici nella letteratura triestina riconosce nei personaggi degli scrittori della sua città, Trieste, l’incarnazione di uno spiritualità malinconica e dolente, nonché i segni evidenti dell’incertezza psicologica e storica per un futuro aperto a sfide personali e collettive, se i pogrom sono realtà tutt’altro che scomparse. Di qui il ricordo per un mondo anticamente retto da un codice morale chiaro ed immutabile, da rapportare continuamente a uno in trasformazione continua. Inclini alla condanna moralistica dei grandi cambiamenti epocali, anche solo di costume, gli scrittori ebrei scoprono le loro insicurezze e, avvertendo la precarietà di una vita ciclicamente condannata all’esilio, rim- piangono la forza dei padri, ormai preclusa ai figli.

